Non passa giorno senza che un giudice americano dica la sua su Trump. Una raffica di sentenze, decisioni che si inseguono, si smentiscono, si ribaltano. Una specie di ping-pong infinito, tra appelli e ricorsi, che intanto spinge tutti – lentamente, faticosamente – verso la porta d’ingresso della Corte Suprema.
Questo susseguirsi di notizie giudiziarie disorienta e crea una comprensibile confusione sia sulla legalità del suo agire, sia sull’efficacia della sua presidenza. Una confusione motivata soprattutto dal fatto che i tempi della giustizia non sono quelli della politica.
Venerdì scorso Donald Trump ha superato il traguardo di 200 ordini esecutivi firmati dall’inizio del suo secondo mandato: una media di 1,2 al giorno (festivi esclusi). Basti pensare che gli ultimi due presidenti democratici, già accusati di abusare di questo strumento, erano fermi a 162 in quattro anni – Joe Biden – e 276 in otto anni – Barack Obama.

L'ultimo ordine esecutivo firmato venerdì
Accanto a questo record, vi è pure il primato delle cause legali intentate da gennaio a fine agosto contro le iniziative della sua Amministrazione: quasi quattrocento (397)! Almeno un terzo dei casi ha bloccato (o rallentato) le decisioni presidenziali, circa un terzo è stato respinto, il resto è in attesa di giudizio.
Questa attesa forzata non fa che evidenziare come Donald Trump proceda a un ritmo imparagonabile rispetto ai suoi predecessori e soprattutto insostenibile per il sistema giudiziario: anche qualora un suo ordine venisse ultimamente giudicato incostituzionale dalla massima istanza della Corte Suprema, questo avrebbe già sortito moltissimi effetti.

La sede della Corte Suprema a Washington
Ecco alcuni esempi dei casi ancora in sospeso.
1. I dazi reciproci varati da Trump a inizio aprile (poi entrati in vigore – aggiornati – il 7 agosto) sono stati giudicati illegali dalla Corte per il Commercio Internazionale il 28 maggio. L’Amministrazione ha fatto ricorso e il 30 agosto la Corte d’Appello federale ha ribadito che l’azione del presidente non era giustificata dall’emergenza invocata. La settimana scorsa, l’Amministrazione Trump ha fatto ricorso alla Corte Suprema che nei prossimi giorni comunicherà se accogliere immediatamente il caso. Nel frattempo, è stato stimato che gli Stati Uniti abbiano già incassato da aprile 159 miliardi di dollari, il 70 percento delle proprie entrate doganali.

I dazi annunciati il 2 aprile
2. L’invio della Guardia Nazionale a Los Angeles* per contenere le proteste contro i raid anti-immigrazione dell’ICE è legale o no? La decisione di Trump venne presa il 9 giugno contro il parere della sindaca della città e del Governatore della California. Quest’ultimo – Gavin Newsom – fece ricorso e il 12 giugno il giudice distrettuale gli diede ragione; la Casa Bianca fece appello e il giorno seguente – 13 giugno – scattò l’effetto sospensivo. A inizio settembre la Corte d’Appello di San Francisco ha stabilito che lo spiegamento presidenziale di 300 riservisti a L.A. era illegale, ma anche questa volta Trump ha ricorso all’istanza superiore e, soprattutto, nel frattempo, a inizio agosto ha chiesto l’intervento della Guardia Nazionale anche nella capitale Washington e ora lo minaccia pure a Chicago, Baltimora e New Orleans.

Agenti della guardia nazionale a Los Angeles
3. Da mesi il Presidente è in pressing sulla Federal Reserve colpevole, a suo dire, di non abbassare i tassi di interesse ritardando il boom economico da lui promesso. Nel tentativo di prendere controllo della Banca Centrale la cui indipendenza è consolidata da anni, a fine agosto, Trump ha licenziato Lisa Cook, una dei sette membri del Consiglio dei governatori della Fed, con l’accusa di una frode nella richiesta di un mutuo. È la prima volta in 111 anni che un presidente osa tanto. Il problema è che la Cook non era mai stata incriminata né condannata per il presunto crimine e ha puntualmente ricorso alla corte federale di Washington. Il 29 agosto, dopo le audizioni, la giudice ha rinviato il giudizio sospendendo il licenziamento: Lisa Cook rimane al suo posto, ma un verdetto finale della Corte Suprema è più che mai probabile.

Lisa Cook
4. Con tanto di video postato sul suo social media, il presidente americano ha comunicato l’affondamento di un’imbarcazione del Venezuela con a bordo undici persone perché “trasportavano droga negli USA”. Un intervento bellico che ha accresciuto la tensione nel Centro America, che per il presidente venezuelano Maduro violerebbe il diritto internazionale ma che, pure stando a più di un accademico statunitense, non ha alcuna base legale. Il Segretario di Stato Marco Rubio, nel frattempo, ha ribadito che gli interventi militari contro i narcotrafficanti continueranno…
Quattro casi, quattro storie che dicono tutto: il groviglio tra politica e tribunali, e la complessità di un giudizio sull’operato di Trump che, spesso accusato di scivolare verso una deriva autoritaria. In questi primi mesi della sua seconda presidenza il presidente sta testando sempre più i limiti costituzionali dell’autorità conferitagli dalla Costituzione. E prima ancora che le toghe pronuncino l’ultima parola, la verità è che l’America di tutti i giorni sta già cambiando, di nuovo, per colpa o merito della sua presidenza.
*NB: La sentenza della Corte Suprema che ha sospeso lo stop ai raid della polizia anti-immigrazione (ICE) nell’area urbana di Los Angeles non riguarda l’impiego della Guardia Nazionale, anche se inevitabilmente può accrescere il caos sulla legittimità dell’impiego delle forze dell’ordine federali per far fronte a problemi locali.

Tribunale USA boccia i dazi di Trump
Telegiornale 30.08.2025, 12:30