Accanto alle vetrine scintillanti di Via Montenapoleone, c’è un’altra Milano. Una città che arranca, che si adatta. Una città dove vivere è diventato un lusso.
Da sempre Milano è sinonimo di ricchezza. Capitale della finanza, polo dell’innovazione, calamita per investimenti e talenti. Ma dietro la facciata patinata, cresce una realtà fatta di esclusione e precarietà. Sempre più persone, pur lavorando, non riescono a sostenere il costo della vita. E la casa, in particolare, è diventata un miraggio. Lo dicono i numeri. Lo confermano le storie delle persone.
Come quella di Diego De Lonti, ex fotografo, oggi disoccupato e volontario per la Croce Rossa cittadina. “Sono qua perché ho bisogno e non riesco a far fronte alle spese quotidiane. Facevo il fotografo, ma il lavoro è cambiato. Ora faccio il volontario in ambulanza, di notte, perché di giorno devo seguire la mia anziana mamma”, racconta ai microfoni di Falò. Diego è uno dei cinquemila che ogni giorno si mettono in fila davanti a Pane Quotidiano, storica istituzione milanese che da 130 anni distribuisce cibo gratuitamente a chi ne ha bisogno. “Non vengono più solo i senzatetto,” raccontano i volontari. “Sempre più spesso vediamo persone che hanno sempre lavorato.”
Il costo della vita è esploso. In cinque anni, in alcune zone della città, i prezzi delle case in vendita sono aumentati del 65%, gli affitti del 45%. Una tendenza che ha spinto fuori dal mercato intere fasce della popolazione.
Lo sa bene Dario, 61 anni. Dopo trent’anni di lavoro nelle telecomunicazioni e una separazione, ha perso la casa. Oggi vive con la madre nel quartiere popolare della Barona e lavora in un parcheggio. “Per vivere a Milano, se sei da solo, ti servono almeno 1’700 euro al mese. Io ne guadagno 950. Gli affitti sono altissimi e tra bollette, cibo e trasporti, i soldi se ne vanno.”
Dario ha un sogno ma la realtà è un’altra: “La cosa migliore sarebbe vivere da solo però è impossibile. Dovrei condividere l’appartamento con qualcuno.”
Anche Alina Burianov, arrivata dall’Ucraina tre anni fa con la sua famiglia, vive in bilico. Il marito lavora, lei lo ha perso. “Paghiamo 1’100 euro di affitto. Lo stipendio di mio marito è di 1’800 euro. Solo per il cibo spendiamo circa 600 euro al mese.”Niente vacanze, niente sport per i figli, niente gite scolastiche. “Viviamo con un solo stipendio e ci appoggiamo alle organizzazioni che aiutano i poveri.”
Il paradosso è che Milano continua a crescere. Grattacieli, cantieri, nuovi quartieri come City Life, simboli di una modernità che non è per tutti. “Molti milanesi sono stati costretti a lasciare la città,” racconta alla RSI Gabriele Grasso, agente immobiliare. “Anche in periferia, come alla Barona, un monolocale costa almeno 750 euro al mese. Con 950 euro di stipendio, come farebbe Dario a permetterselo?”
Il sogno di indipendenza di Dario si scontra con una realtà che non fa sconti. E la sua storia, purtroppo, non è un’eccezione. È il ritratto di una città che corre veloce, ma lascia indietro chi non riesce a tenere il passo. Milano è ancora una città per tutto o soltanto per chi può permettersela?









