Scienza e Tecnologia

Onda su onda risalendo sino al Big Bang

C’è molta Svizzera nella missione Lisa che si spingerà nello spazio per studiare i segnali gravitazionali dalla materia scura - Le spiegazioni del professor Giardini dell’ETH di Zurigo

  • 26.01.2024, 19:36
  • 26.01.2024, 19:50
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C'è tanta Svizzera nel progetto spaziale Lisa

SEIDISERA 26.01.2024, 18:30

  • Keystone
Di: SEIDISERA/Olgiati/RSI Info 

“Vedere le onde gravitazionali significa riuscire a vedere il 95% dell’Universo che a oggi per noi è scuro”, spiega alla RSI Domenico Giardini, professore all’istituto di geofisica del Poli di Zurigo e membro del comitato esecutivo di “Lisa”. Gli scienziati hanno dato un nome dal sapore vagamente leonardesco all’antenna spaziale che per la prima volta studierà le onde gravitazionali direttamente dallo spazio. La missione, che giovedì l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha garantito ci sarà, prevede il lancio nel 2035 di tre satelliti a 50 milioni di chilometri dalla Terra. Un ruolo importante lo avranno e lo hanno i ricercatori svizzeri, in particolare l’Università e il Politecnico federale di Zurigo.

Noi vediamo le stelle, vediamo le galassie con tutti i telescopi che abbiamo e questo vuol dire che vediamo le onde elettromagnetiche. “Ma il 95% dell’universo - sottolinea Giardini - è ancora chiamato materia scura o energia scura perché non emette queste onde. Fino adesso non abbiamo avuto alcun modo di vederlo. Le onde gravitazionali ci permetteranno di vedere”.

Poter effettuare queste misurazioni a 50 chilometri di distanza dalla Terra farà, secondo l’esperto, la differenza: “Noi siamo limitati, nel senso che gli strumenti terrestri hanno una lunghezza limitata e quindi riescono a vedere solo segnali di altissima frequenza che sono prodotti da, per esempio, un collasso di buchi neri stellari”. Volare nello spazio, continua lo studioso, “permette di andare in un ambiente estremamente silenzioso, dove vedremo milioni di sorgenti in continuo, non solo un collasso molto energetico, ma vedremo sistemi binari, sistemi di buchi neri, tutto quello che nello spazio emette tanta energia in forma di onde gravitazionali”.

Qual è il contributo della Confederazione alla missione? “La Svizzera si è impegnata fin dall’inizio per avere un forte ruolo in Lisa, per riuscire a far volare una cosa del genere. Naturalmente soltanto hardware. Noi come Svizzera siamo responsabili per tutta l’elettronica di controllo delle masse, le masse che stanno all’interno di questi satelliti e che servono per misurare la distanza tra i satelliti. E poi la Svizzera ospiterà all’ETH uno dei cinque centri europei in cui verrà fatta l’analisi di segnale, che è dove vengono fatte le scoperte principali”. Tra gli obiettivi risalire all’origine di tutto: “Il Big Bang non ha lasciato una traccia visibile, ha senz’altro lasciato una traccia nella sua espansione, una traccia gravitazionale che vogliamo vedere”, conclude Giardini.

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