Se in Svizzera l’accordo con gli Stati Uniti per ora rimane un’intesa e contiene degli aspetti che devono ancora essere discussi in Parlamento, a sentire le parole dell’ambasciatrice Callista Gingrich ormai i giochi ormai sono fatti. La diplomatica che rappresenta gli interessi di Washington nella Confederazione, alla sua prima apparizione pubblica, era invitata martedì all’hotel Bellevue di Berna dalla camera di commercio Stati Uniti Svizzera.
“Il 14 novembre abbiamo raggiunto un accordo storico” - ha detto - “un accordo che riflette la nostra comune dedizione a un commercio equo, equilibrato e reciproco. I risultati dell’accordo sono sostanziali e vantaggiosi per entrambi i Paesi”. Nessun riferimento al fatto che le concessioni da parte della Svizzera sono arrivate in reazione ai dazi del 39% imposti da Donald Trump, nessun riferimento nemmeno al fatto che i dazi rimangono comunque al 15%.
“L’obiettivo - ha aggiunto l’ambasciatrice - è rendere la Svizzera il quinto maggiore investitore straniero negli Stati Uniti”. Attualmente la Svizzera occupa già il 6° posto con oltre 350 miliardi di dollari di investimenti diretti.
L’ambasciatrice si è poi detta entusiasta degli investimenti promessi dalle aziende svizzere e dall’apertura Svizzera ai prodotti agricoli statunitensi. Ma ha poi dato per acquisito un aspetto che da noi fa molto discutere. La regolamentazione delle piattaforme digitali.
“Insieme, i nostri Paesi saranno anche all’avanguardia nella protezione del commercio digitale e della proprietà intellettuale. Elementi chiave” - ha aggiunto Callista Gingrich - “delle nostre economie dinamiche”.
Ha poi concluso che ormai, siamo alla vigilia di una nuova entusiasmante partnership e man mano che le relazione commerciali tra Svizzera e Stati Uniti diventeranno più equilibrate, i nostri investimenti si intensificheranno così come i nostri valori comuni.








