In Svizzera interna alcuni ospedali e case per anziani stanno sensibilizzando meglio i propri pazienti sui rischi legati alla rianimazione. La procedura, infatti, non è esente da conseguenze e secondo uno studio quasi la metà dei pazienti la rifiuterebbe se fosse adeguatamente informata.
Un esempio di questa nuova tendenza è l’ospedale cantonale di Aarau, dove dal mese prossimo i pazienti che devono affrontare un’operazione discuteranno con i medici le implicazioni della rianimazione. A supporto è stata sviluppata anche un’applicazione che aiuta a tracciare profili di rischio individuali. “Possiamo creare un profilo di rischio più specifico per molti pazienti”, spiega in un servizio trasmesso dal Telegiornale Alexandra Hepper, medico assistente, “e quindi consigliare meglio riguardo alla decisione”.
Secondo uno studio dell’Ospedale universitario di Basilea, tra i pazienti poco informati il 62% acconsente alla rianimazione; tra chi conosce meglio le implicazioni la percentuale scende al 51%.
Il tema è particolarmente delicato per gli anziani. In caso di rianimazione, le possibilità di sopravvivenza sono molto basse e per questo, nelle case per anziani, si tende a praticarla solo se espressamente richiesta. “Ci sono vari studi, secondo cui il tasso di sopravvivenza delle persone anziane varia dal 2 al 4%. E non sappiamo in quale stato di salute, sappiamo solo che sopravvivono”, osserva Barbara Schenker, responsabile della casa per anziani Gäu di Egerkingen.