L’intervista

Riconoscimento della Palestina: “La Svizzera mantiene la sua posizione”

Il consigliere federale Ignazio Cassis indica che la Confederazione è favorevole alla soluzione dei due Stati, ma solo quando ci sarà una chiara mappa per una pace duratura - L’incontro a margine dell’Assemblea generale dell’ONU

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Due consiglieri federali all'ONU: intervista a Ignazio Cassis

SEIDISERA 24.09.2025, 18:00

  • RSI
Di: SEIDISERA-Andrea Vosti/Telegiornale-Massimiliano Herber/DC 

A New York, per partecipare all’80esimo vertice dell’Assemblea generale dell’ONU, c’è anche il consigliere federale Ignazio Cassis. Prima dei lavori l’ha intervistato la RSI, partendo dall’approccio assunto ieri da Donald Trump, che ha di fatto demolito buona parte dell’agenda dell’ONU (come sul tema migranti e in merito ai cambiamenti climatici). L’ONU è dunque davvero inutile, come sostiene il presidente americano?

“Non c’è nessuno che vuole chiudere l’ONU”

“Trump pone la domanda fondamentale: ‘Come deve evolvere il multilateralismo nel XXI secolo?’. Di sicuro tutti gli Stati del mondo hanno ormai capito che questo multilateralismo non è più in grado di garantire quella stabilità e pace per cui è stato creato ed è nato”, risponde Ignazio Cassis ai microfoni del Telegiornale e di SEIDISERA. “È particolarmente forte, naturalmente, che siano gli Stati Uniti a minare un’organizzazione che loro stessi hanno creato. E questo fa capire anche l’importanza di questo Stato. E stiamo capendo che i nuovi equilibri del mondo stanno cercando di ridisegnare la mappa del potere. La mia impressione chiara è che non c’è nessuno che vuole chiudere l’ONU”.

Palestina, “La Svizzera resta coerente con la sua posizione”

Ignazio Cassis viene poi incalzato sullo spinoso tema del riconoscimento dello Stato di Palestina. Che cosa aspetta la Svizzera, che si ritrova ormai in minoranza tra i Paesi membri dell’ONU nel non avere ancora riconosciuto lo Stato palestinese? “Ogni Stato che ha deciso a favore o non per un riconoscimento della Palestina, ha inventato naturalmente una sua narrazione per giustificare la propria scelta. Ognuno può avere le proprie idee”, risponde. “La Svizzera resta coerente con la sua posizione, che è quella di riconoscere la Palestina perché vuole una soluzione a due Stati. Ma nel momento in cui c’è una “road map”, una chiara mappa per la pace, dove i due Stati possano esistere e vivere in pace l’uno con l’altro”.

“Il Consiglio federale è tutt’altro che inattivo”

Ignazio Cassis non teme uno scollamento fra l’opinione pubblica svizzera, indignata per la catastrofe umanitaria e l’inazione del Consiglio federale sul tema del riconoscimento della sovranità palestinese? “Io direi che il Consiglio federale è tutt’altro che inattivo”, afferma il consigliere federale. “Sostiene la Dichiarazione di New York, che è esattamente quello che tutti i Paesi del mondo chiedono di fare in questo momento. E fa di più che la gran maggioranza degli altri Paesi al mondo in termini umanitari e diplomatici. Quindi in Svizzera c’è una narrazione che a mio giudizio non riflette la realtà. Lo scollamento della popolazione lo vediamo anche in Europa. E la Svizzera è un piccolo riflesso di queste culture: quella francofona riflette un modo di pensare come la Francia, che ha un posizionamento di grande generosità e apertura verso la Palestina. E una Svizzera tedesca che invece è molto più reticente, come la Germania e l’Austria, e che ritiene di andare avanti con passi brevi e ben controllati”.

I dazi non sono un freno

Quanto conta il timore di irritare Donald Trump, che sul tema Palestina è molto chiaro quando ci sono trattative in corso sui dazi doganali? Ha un ruolo questo fattore? “In questo momento relativamente poco, perché la comunità internazionale ha preso delle decisioni: abbiamo visto le votazioni sulla Dichiarazione di New York. Sappiamo che gli Stati Uniti hanno una loro posizione, ma non è più un tema in qualche modo che inficia davvero la relazione bilaterale tra Svizzera e Stati Uniti”, risponde il consigliere federale.

05:17

Il discorso infiammato di Trump all'ONU

Telegiornale 23.09.2025, 20:00

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