A St. Moritz si sperimenta una prima europea per fermare lo scioglimento del permafrost: un sistema di radiatori inseriti nella montagna.
L’esperimento è in corso a 3’000 metri di quota, sotto la stazione della teleferica del Piz Nair. Qui il terreno instabile minacciava la tenuta della costruzione. La soluzione è stata l’installazione nel suolo di tubi ermetici riempiti di CO2 compressa che, grazie a un ciclo naturale di evaporazione e condensazione, raffreddano costantemente il terreno senza consumare energia. In questo modo il permafrost rimane congelato.
“Attualmente, in pratica, diamo una mano alla natura: togliamo calore dal suolo, così diventa più freddo del normale e il permafrost resiste anche in estate”, spiega l’ingegnere geotecnico Lukas Arenson, in un servizio trasmesso dal Telegiornale.
L’investimento è di quasi 2 milioni di franchi e dovrebbe garantire la stabilità per i prossimi 30 anni. “L’alternativa sarebbe stata di abbandonare la montagna – sottolinea Thomas Brunner, direttore tecnico delle risalite di Sankt Moritz – ma per noi non era un’opzione praticabile: siamo una destinazione turistica e smontare l’impianto sarebbe stato ancora più costoso”.
La tecnologia è già utilizzata in Canada, Alaska e Siberia.