Ticino e Grigioni

Accusato di contrabbando d’oro, a processo

Il 66enne è comparso alle Assise Correzionali. L’accusa ha chiesto 2 anni di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. La difesa chiede il proscioglimento. Sentenza in settimana

  • 47 minuti fa
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A processo per 7 tonnellate d'oro

Il Quotidiano 09.12.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano - Francesco Lepori/M. Ang. 

Tra il 2016 e il 2021 avrebbe contrabbandato in Svizzera circa sette tonnellate di oro, per un valore complessivo di 278 milioni di franchi. Quasi 22 i milioni in tributi non pagati. Un 66enne comasco è comparso oggi (martedì) alle Assise Correzionali. L’accusa ha chiesto una pena di due anni di carcere, l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni, una pena pecuniaria di 180 aliquote giornaliere e una multa di 600’000 franchi. La difesa si è invece battuta per il proscioglimento. La sentenza dovrebbe giungere in settimana. 

La stampa lariana lo ha soprannominato il “Re Mida” dei lingotti. E gli addebiti contestati al 66enne comasco (già noto alla giustizia d’oltre confine) non erano certo meno altisonanti. L’Ufficio federale della dogana lo accusava come detto di avere contrabbandato in Svizzera, dal 2016 al 2021, qualcosa come circa sette tonnellate di oro. Una rete di spalloni garantiva il trasporto dei beni in Ticino. Lastre, lingotti, gioielli e monete venivano occultati nei ricettacoli delle auto che partivano dall’Italia. Tre società riconducibili all’imputato provvedevano poi – sempre secondo le autorità elvetiche – a vendere l’oro in Svizzera e nel Liechtenstein, nel settore della lavorazione o in quello del commercio. Il tutto anche con l’ausilio di documentazione fittizia. Il ricavato tornava infine in Italia, per acquistare di nuovo del metallo prezioso.

Una tesi che il 66enne ha respinto con fermezza. “Si trattava di oro fino, non soggetto all’IVA – ha dichiarato -. Lo compravamo in Svizzera, da clienti italiani che lo avevano depositato nelle cassette di sicurezza.” Il giudice Amos Pagnamenta gli ha però ricordato i molti indizi emersi a suo carico: dai ricettacoli delle vetture ai pagamenti in contanti; dai soldi nascosti in ufficio (nella cappa o nel divano) alla quarantina di cellulari custoditi. Per non parlare dei dati contenuti in un hard-disk trovato sotto le piastrelle del balcone.

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