Anche se il Governo ticinese ha partorito un “arrocchino”, il parziale scambio di conduzioni tra Gobbi e Zali può essere interpretato anche come un “avvio della campagna elettorale per le prossime elezioni cantonali”. Ne è convinto il politologo Oscar Mazzoleni che, ai microfoni della RSI, analizza la decisione presa ieri nella seduta prevacanziera in Val Bedretto: “Penso che il Consiglio di Stato abbia dato priorità all’armonia interna, alla funzionalità del lavoro più che ad altre considerazioni”, è la sua premessa.
Quanto è usuale un passo del genere?
“Sicuramente non è usuale in un confronto con altri Cantoni, ma l’idea del cambiamento non è totalmente eccezionale in situazioni di criticità nei governi cantonali”.
Si è già verificato un caso simile in Ticino?
“Sicuramente no. Si tratta di una novità che, a mio avviso, non va letta solo in relazione al funzionamento del governo, ma anche come rapporto tra partiti e governo. C’è quindi anche il ruolo della Lega nella sua evoluzione e nelle sue strategie in vista delle prossime scadenze elettorali. Penso non si possa completamente distinguere i due aspetti”.
Quale calcolo elettorale c’è da parte della Lega, ma anche degli altri partiti, molto critici su questi cambiamenti?
“Sicuramente la Lega, non da oggi, ha delle difficoltà elettorali e vorrebbe contare di più anche nei confronti dell’alleato concorrente, l’UDC. Questa iniziativa della Lega ha aperto la campagna elettorale per le prossime elezioni cantonali, ha costretto tutti a posizionarsi. Questo fa sì che, nonostante si tratti di una decisione del Governo, poi i partiti si siano subito cimentati in commenti, spesso anche critici nei confronti di questa decisione. La ragione è che vedono anche il risvolto politico di questa soluzione che sostanzialmente è in parte anche un successo della Lega. Se è vero che non è stato fatto non un vero arrocco, però la proposta di fondo, cioè quella di modificare le responsabilità politiche, è stata comunque adottata dal Governo”.
La necessità di essere tutti d’accordo potrebbe diventare una modalità di lavoro di altri ministri, con la minaccia di far saltare il banco?
“Potrebbe anche accadere, ma qui parliamo di due ministri su cinque. Contano molto di più e soprattutto possono influenzare l’orientamento del Governo anche nei prossimi mesi. Questo sicuramente ha contribuito e può contribuire a spiegare il compromesso definito all’unanimità. Per evitare, a mio avviso, ulteriori strascichi interni”.
arrocco parziale
Telegiornale 09.07.2025, 20:00