Si è chiusa l’inchiesta penale a carico di Eolo Alberti, ex sindaco di Bioggio ed ex gran consigliere della Lega dei Ticinesi. La procuratrice pubblica Chiara Borelli ha firmato venerdì scorso l’atto d’accusa che porterà Alberti in aula di tribunale nelle prossime settimane, insieme all’ex contabile della società Hospita.
Secondo quanto emerge dalle 24 pagine dell’atto d’accusa, i due imputati dovranno rispondere – in parte congiuntamente, in parte individualmente – di appropriazione indebita, amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti, istigazione alla violazione del segreto d’ufficio, concessione di vantaggi, registrazione clandestina di conversazioni e truffa.
L’indagine, avviata oltre un anno fa e culminata con l’arresto di Alberti e del contabile, ha portato alla luce quasi 200 transazioni sospette effettuate tra il 2015 e il 2024. Secondo l’accusa, si tratterebbe di spese personali mascherate da uscite aziendali, per un ammontare complessivo di oltre 600’000 franchi, con la complicità dell’ex contabile.
Particolarmente rilevante è il capitolo relativo a un ampio progetto immobiliare nel Malcantone, avviato tra il 2021 e il 2023, comprensivo di spazi ad uso commerciale. La procuratrice sostiene che i due imputati abbiano fatto figurare pagamenti e finanziamenti a carico della società Hospita, nonostante quest’ultima non disponesse della liquidità necessaria. Il risultato sarebbe stato un debito di circa 1,5 milioni di franchi, che ha aggravato ulteriormente la situazione finanziaria dell’azienda. Questi e altri debiti che la società presentava, fra cui AVS e secondo pilastro per varie centinaia di migliaia di franchi, hanno anche danneggiato il direttore sanitario di ospita Claudio Camponovo, che si è costituito accusatore privato.
Mentre il procedimento giudiziario sembra avviarsi verso una conclusione – salvo eventuali ricorsi – resta aperto il fronte politico. Dalla fine di agosto, infatti, è al lavoro una sottocommissione parlamentare incaricata di fare luce sulle implicazioni istituzionali del caso. La vicenda ha già generato querele e controdenunce, segno di un’inchiesta destinata a lasciare il segno anche oltre le aule di tribunale.
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