La procura per il momento ha deciso di non svelare il nome di chi ha fatto scattare l’inchiesta contro Eolo Alberti. Tassello dopo tassello, la vicenda che ha portato all’arresto del sindaco di Bioggio per amministrazione infedele e altre ipotesi di reato si fa sempre più intricata. Insieme a lui risultano indagati per presunte malversazioni ai danni della società Hospita Suisse – di cui Alberti era stato direttore sanitario e il dottor Claudio Camponovo amministratore unico per un decennio – anche la moglie, l’ex azionista di maggioranza (deceduto nelle prime fasi dell’inchiesta dopo i suoi primi interrogatori) e l’ex contabile dell’azienda.
I nuovi sviluppi arrivano da un filone collaterale nato dopo che Alberti aveva sporto querela per diffamazione e calunnia contro chi, nella primavera 2024, lo aveva segnalato alla polizia cantonale. Analoga iniziativa l’avevano intrapresa anche la moglie e la famiglia dell’ex azionista della società attiva in campo finanziario, società che Alberti aveva lasciato poco prima di entrare nel Consiglio d’amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale nel novembre 2023. A succedergli nella direzione della Hospita fu Sabrina Aldi, allora vicecapogruppo della Lega in Gran Consiglio. Aldi a seguito della vicenda ha lasciato sia il partito che il Parlamento cantonale.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Lega-espulso-Eolo-Alberti-e-confermate-le-dimissioni-di-Sabrina-Aldi--2969684.html
Ora, secondo quanto appreso dalla RSI, il 30 giugno scorso il sostituto procuratore generale Moreno Capella ha deciso di “non procedere a nessun atto istruttorio fino alle conclusioni e all’esito del procedimento avviato dalla procuratrice Chiara Borelli”. In sostanza, Capella ha sospeso l’inchiesta e ha stabilito in pratica di non volere ancora rivelare alle parti l’identità del denunciante “misterioso” finché l’inchiesta principale non farà chiarezza sulle ipotesi di reato indagate dalla collega.
Dopo aver preso visione del rapporto di segnalazione che nell’agosto 2024 aveva portato al suo arresto, Alberti aveva sporto denuncia contro ignoti. Nella segnalazione – trasmessa alla polizia giudiziaria tra maggio e luglio 2024 da una persona “nota alle forze dell’ordine”, ma la cui identità non è mai stata comunicata alle parti – comparivano, secondo Alberti, affermazioni false.
Tra queste, quelle contenute in un messaggio WhatsApp inviato all’ignoto dal dottor Claudio Camponovo che oggi si è costituito parte lesa. Nel messaggio – riferito dal segnalante all’ispettrice di polizia che ha raccolto la segnalazione – si sostiene che Alberti avrebbe “trasmesso documenti confidenziali della società al comitato della Lega, incluso il certificato salariale di Camponovo.” Inoltre, Alberti avrebbe fatto iniziare i lavori di costruzione sul cantiere sito a Bioggio alle Cinque Vie senza prima effettuare i lavori di bonifica dall’inquinamento disposti dal Cantone. Accuse queste che Alberti respinge e che, stando a quanto si è appreso, al momento non sarebbero comprese fra quelle ipotizzate nel procedimento (non ancora chiuso) della procuratrice Borelli.
Tuttavia, nella sua decisione, contro cui è possibile ricorrere, il procuratore Capella precisa che non è possibile proseguire con l’inchiesta contro ignoti, in quanto secondo lui tali circostanze rientrerebbero invece nel perimetro dell’indagine affidata alla procuratrice Borelli. Di fatto, la decisione rinvia ulteriormente la possibilità per gli indagati, che con le loro querele ora sono anche accusatori, di conoscere l’identità del denunciante ignoto. Un punto delicato, dato che in Svizzera l’identità del denunciante per prassi è resa nota perché l’indagato possa usufruire del suo diritto di difendersi.

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Notiziario 11.07.2025, 06:00
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