Dopo tanto parlarne, oggi - lunedì - è il giorno della seduta straordinaria del Gran Consiglio. Al Palazzo dei Congressi di Lugano i deputati discuteranno del cosiddetto “arrocchino” - lo scambio di competenze tra i due consiglieri di stato leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali. Quest’ultimo ha annunciato che non ci sarà.
A SEIDISERA, alla vigilia di questo appuntamento, il presidente del Gran Consiglio Fabio Schnellmann ha ricordato come questo “non tema sia stato purtroppo” - spiega il politico - al centro della politica durante l’estate perché, come è sempre stato detto - ribadisce ancora - è di competenza del Consiglio di Stato. Sulla non partecipazione di Claudio Zali, che aveva annunciato di non essere presente a questo incontro, il primo cittadino del Canton Ticino non ha nessuna novità. “Avremo comunque una buona partecipazione per quanto concerne i deputati, perché a parte qualche assenza - riferisce il presidente - saranno presenti pressoché tutti i gruppi politici”. Questo incontro per lo stesso Schnellmann ha senso perché è stato richiesto da 37 deputati, ossia il 40 per cento dei parlamentari di questo cantone.
SEIDISERA del 24.08.2025: L’intervista a Fabio Schnellmann in vista della seduta straordinaria del Gran Consiglio
RSI Info 24.08.2025, 18:00
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“Dopo - chiosa - secondo me si poteva anche evitare qualora il Consiglio di Stato avesse presentato argomentazioni più incisive sul perché di questo arrocco. Viceversa, c’è stato un comunicato stampa abbastanza scarno, una risoluzione governativa che i deputati hanno appreso solo dopo la decisione di fare questa sessione straordinaria, quindi la volontà appunto di questi 37 è stata quella di capire in modo più approfondito il perché di questo arrocchino”.
Una decisione, quella della sessione, non apprezzata particolarmente da Norman Gobbi che al Corriere del Ticino ha parlato di caos, perché il Parlamento vuole discutere una mossa che è di competenza dell’Esecutivo. Una presa di posizione che il presidente del Gran Consiglio non vede come grande premessa nella discussione ma - dice - “le leggi o le si applica o le si cambiano. Questo articolo, mi sembra che sia il 113 della legge sul Gran Consiglio, permette a 30 deputati di indire una sessione straordinaria e l’hanno sottoscritta in 37, quindi la seduta va fatta”.
La parola, per entrare nel merito della sessione, sarà data ai cinque interpellanti, dopodiché il Consiglio di Stato darà risposta in blocco a queste cinque interpellanze. Poi, precisa il presidente, si passerà al dibattito libero dove i gruppi più importanti avranno 20 minuti, quelli meno importanti chiaramente meno minuti. Però ogni singolo deputato avrà diritto a cinque minuti per due volte. Non uscirà nessun documento - conclude il primo cittadino - ma si potrà apprendere dalla viva voce del Consiglio di Stato il motivo di questa scelta. L’auspicio ribadito dall’analisi di Schnellmann è che vi sia “una sessione nel rispetto delle persone, incentrata sul tema senza divagazioni”.