Sovraccarico di lavoro e burocrazia eccessiva. Sono le problematiche principali emerse da un sondaggio del sindacato OCST promosso fra il corpo docente ticinese, che è stato interpellato sulle attuali condizioni di lavoro nei vari ordini scolastici.
L’indagine è stata sottoposta online all’intero corpo docenti ticinese attivo nelle scuole pubbliche comunali e cantonali e ad alcuni insegnanti di scuole private associate con il sindacato. La compilazione si è svolta tra il 12 settembre e il 14 ottobre 2024. Su oltre 6’300 docenti in totale, soltanto 631 hanno preso parte al sondaggio; uno su 10. Tuttavia, i partecipanti hanno rappresentato in modo equilibrato tutti gli ordini di scuola e l’anzianità di servizio, sostiene il sindacato.
Tra le maggiori criticità segnalate figurano la gestione di numerose classi, un elevato numero di allievi distribuiti su più sedi e la difficoltà di affrontare casi complessi, spesso senza risorse didattiche e tecnologiche adeguate. A tutto questo si aggiunge la percezione di un supporto e di un ascolto insufficienti da parte della direzione d’istituto.
A pesare sono anche l’aumento delle pratiche burocratiche, la necessità di adattarsi costantemente a nuove riforme e la crescente richiesta di seguire in modo sempre più personalizzato gli allievi. Una pressione che si riflette non solo sulla qualità dell’insegnamento, ma anche sulla vita privata e sul benessere personale dei docenti.
Le nuove riforme introdotte vengono spesso percepite come distanti dalla realtà quotidiana delle aule: provvedimenti calati dall’alto, con un coinvolgimento minimo del personale docente nelle fasi decisionali iniziali.
Tra le principali richieste avanzate dagli insegnanti per migliorare la qualità del lavoro, spiccano la riduzione degli oneri burocratici e una maggiore attenzione al numero di studenti per classe. Inoltre, se da un lato il clima tra colleghi è generalmente collaborativo, le relazioni con la direzione risultano invece più tese, segnate da momenti di stress e criticità.