Mentre a Palazzo delle Orsoline si chiudeva mercoledì la sessione del Gran Consiglio, poco distante si teneva una manifestazione dal titolo “Facciamo luce sulla scuola”. Un collegio docenti pubblico, promosso da sindacati e associazioni del settore, per riportare l’attenzione sul malessere crescente nella scuola ticinese.
In piazza, trasformata per l’occasione in un’aula simbolica, sono intervenuti diversi insegnanti davanti a un centinaio di persone. Tra i temi sollevati: precarietà, carenza di sbocchi dopo l’abilitazione, burocrazia e tagli che, secondo i partecipanti, mettono a rischio la qualità dell’insegnamento. “Mi sono abilitato in matematica nel 2024, ma dovrò lavorare ad Altdorf”, ha raccontato un docente. “Le sedi sono vetuste”, ha aggiunto un altro.
Per Paolo Galbiati, della rete per la difesa delle pensioni “il sistema scolastico sta attraversando un momento di crisi, con tensioni tali da far temere che si spezzi”. Adriano Merlini, presidente del sindacato VPOD docenti, ha chiesto “il riconoscimento pieno della professionalità del corpo insegnante” e “condizioni e fondi che permettano di lavorare bene”. Il segretario cantonale OCST Xavier Daniel ha dichiarato ai microfoni di SEIDISERA di aver percepito “la necessità dei docenti di confrontarsi fra loro” e ha spiegato così la scelta della piazza: “Volevamo dare voce pubblicamente a problemi che si ripetono da anni”.
In serata è stata poi approvata una risoluzione che sollecita un’assunzione di responsabilità da parte della politica: un incremento delle risorse – non solo finanziarie – un nuovo sistema di abilitazione e interventi mirati per arginare la crescente precarizzazione del settore.

I docenti tornano a manifestare a Bellinzona: la diretta
SEIDISERA 21.05.2025, 18:00
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