Il dibattito sul marchio "azienda locale", che certifica le imprese che assumono manodopera indigena, è stato rilanciato in questi giorni dall'iniziativa in solitaria del comune di Claro, che finora ha raccolto più che altro interesse mediatico. Claro ha ideato un adesivo, che è diventato un caso in Italia: giornali e televisioni ne hanno parlato, battezzandolo "il marchio delle imprese patriottiche" ed i frontalieri sono insorti. ''E' una decisione che non si può commentare - ha detto Antonio Locatelli, presidente dei 5.000 frontalieri del Verbano-Cusio-Ossola - Credo debba intervenire il nostro ministro degli Esteri. Vogliamo più rispetto per noi che ogni giorno varchiamo il confine per andare a lavorare".
L’adesivo è in vendita a 10.00 franchi
L'idea a Claro è stata condivisa da tutto il Municipio. Ed il sindaco Roberto Keller rinvia al mittente tutte le critiche: "Non è campanilismo, ma lungimiranza. E' intrigante e non è assolutamente razzista, è solo il grido disperato di qualcuno che vuole far capire che i ragazzi possono essere aiutati nel trovare lavoro dalle nostre ditte, che comunque ricevono qualcosa dal Cantone".
Finora di bollini ne sono stati venduti pochi: solo tre, in un paio di giorni. "Abbiamo iniziato solo l'altro ieri. Inoltre non si è ancora capito che noi la certificazione la diamo in tutto il cantone, da Chiasso ad Airolo", aggiunge.
La politica però ne discute da tempo, da almeno 3 anni, e sono ben 3 gli atti parlamentari sul tavolo per introdurre un marchio per le aziende che occupano almeno l'80% dei residenti.
CSI/redMM
Dal Quotidiano
Per saperne di più: la video intervista a Roberto Keller di tvsvizzera.it