Dal malcontento allo sdegno: il secondo vertice delude più del primo. Dopo l’incontro con il Consiglio di Stato, i promotori delle iniziative sui premi di cassa malati denunciano l’assenza di concretezza del Governo. Partito Socialista e Lega si dicono preoccupati per l’attuazione delle due iniziative.
L’applicazione delle iniziative sui premi di cassa malati torna a Palazzo delle Orsoline. E crea malumori. Se dopo il primo incontro con il Governo si erano detti insoddisfatti, ora Partito Socialista e Lega iniziano a manifestare segnali di esasperazione. A loro dire il Consiglio di Stato non si dà da fare per far rispettare il voto popolare di fine settembre.
Un altro mese sprecato. Sono le parole usate da Lega e Partito Socialista dopo il secondo incontro con il Governo. I due partiti non hanno indicazioni concrete su come verranno finanziate le loro iniziative per contenere i premi di cassa malati e temono che l’attuazione slitti troppo in là nel tempo. “Dal governo mi aspetto delle proposte. C’è stata una volontà chiara, popolare, che ad oggi faccio fatica a capire e comprendere quando verrà messa totalmente in atto”, dice, alle telecamere del Quotidiano della RSI, Daniele Piccaluga, coordinatore Lega dei Ticinesi.
Dal canto suo, Fabrizio Sirica, co-presidente del Partito Socialista, dice che “ci vogliono risposte e un incisività maggiore. Ci è stato detto: non siamo qui solo a fare questo. Ma io penso che questa invece debba essere la priorità per il Governo”.
Tutti sono consapevoli che l’esercizio non è dei più semplici. Le due iniziative, come noto, peserebbero sulle casse pubbliche per circa 400 milioni di franchi. La Lega chiede di compensare tagliando le spese. Il PS aumentando le entrate. Oggi entrambi gli schieramenti si sono detti disposti a scendere a compromessi, se necessario, ma prima vogliono un riscontro concreto da parte del Consiglio di Stato sui diversi margini d’intervento proposti dai leghisti e dai socialisti, compresa un’attuazione a tappe. “Non sappiamo se siano stati presi in considerazione o meno, non sappiamo qual è la volontà di dove andare a tagliare e/o a prendere maggiori entrate. Quindi francamente è il nulla”, dice Sirica.
Piccaluga sostiene di essere “consapevole che oggi i conti dello Stato sono quelli che sono. Quindi noi non abbiamo mai dimostrato chiusura. Il concetto di fondo è che, però, le proposte devono arrivare da chi fa il ministro. C’è uno stallo”.
Oggi il Consiglio di Stato ha deciso di non rilasciare dichiarazioni. Ribadisce che l’entrata in vigore è da prevedere nel 2027 e fa sapere che elaborerà un messaggio specifico separato dal preventivo.
Alla fine come si sono lasciati? Il Consiglio di Stato ha manifestato l’intenzione di presentare un messaggio a marzo 2026 per vedere quindi applicate le iniziative nel 2027, forse nel 2028. E anche questo è motivo di scontento per gli iniziativisti: le tempistiche dilatate, oltre al fatto che ignorano quelli che potranno essere i contenuti del messaggio. Una cosa è certa: non resteranno con le mani in mano fino alla prossima primavera né Partito socialista né Lega, che si sono già dati appuntamento per definire le prossime azioni.












