Nuovo record per la stagione 2024/2025 del LAC Lugano Arte e Cultura con 123’913 presenze, tra spettatori (81’272) e 42’641 partecipanti ai progetti di mediazione culturale (per intenderci progetti come LAC Edu e LAC en plein air). Le repliche sono state 216 (72 i tutto esaurito). Per la struttura luganese il bilancio è dunque assai positivo, grazie anche a un programma di razionalizzazione dei costi; si cercherà di mantenere gli obbiettivi anche nella prossima stagione, quando i contributi cittadini diminuiranno del 5%.
“Lo dicono i dati, siamo cresciuti negli ultimi anni e continueremo, credo, a crescere ancora”, dichiara alle telecamere del Quotidiano della RSI Roberto Badaracco, presidente del LAC e vicesindaco di Lugano. Qualche pensiero lo dà invece il futuro, con i risparmi della città che impatteranno anche sulle finanze del LAC: riceverà 420’000 franchi in meno nella stagione 2026/2027.
Come abbinare dunque qualità, traguardi e riduzione dei costi? “Faccio un esempio: l’integrazione dell’attività musicale, precedentemente gestita da Lugano Musica, ci ha permesso di lavorare sulla strategia dei prezzi, proporre nuovi formati. Tutto questo ci permette di diventare più sostenibili, senza toccare l’offerta ma migliorandola. Quindi questa è l’idea”, dice Gregory Birth, direttore esecutivo del LAC.
Con l’integrazione di Lugano Musica tutto pare aver funzionato ma restano importanti pure i progetti per tutta la popolazione. “La mediazione culturale è lo strumento attraverso il quale noi possiamo raggiungere il più grande numero di cittadini - spiega Andrea Amarante, direttore generale del LAC -. Lo ricordiamo: i cittadini sono coloro che pagano le tasse e le tasse servono a contribuire alle finanze del LAC e alla produzione di spettacoli per il LAC. Quindi è giusto che il LAC dia un’offerta che sia aperta a una grande fascia di pubblico, che abbia prezzi abbordabili o che sia totalmente gratuito, come tante attività che noi offriamo”. Per esempio i cori nelle chiese aperte: sabato prossimo il culmine, con un’esibizione nella hall del LAC.
Non ultimo l’autofinanziamento: i ricavi propri sono cresciuti con, ad esempio, ristorazione, negozio di libri, congressi, autosilo e biglietteria. Oggi si è oltre il 50%. “Normalmente il rapporto, per tutti i centri culturali, è 20 privato e 80 pubblico, noi invece siamo 50-50. È chiaramente un bel risultato dovuto anche alla raccolta fondi, a investitori che credono nel centro culturale e ci danno i soldi per le attività. È chiaro che se diminuiscono i fondi pubblici dovremo trovare, se possibile, ancora più ricavi privati o più ricavi interni nostri”.









