"Non vi sono morti di serie A e morti di serie B". Così si è espresso Donatello Poggi che è tornato in aula venerdì dinnanzi alla Corte di appello e di revisione penale. L’ex granconsigliere leghista contesta la sentenza dello scorso maggio che lo vede colpevole di ripetuta discriminazione razziale. Il pretore Siro Quadri lo aveva condannato a un multa e pena pecuniaria di 5'850 franchi per una serie di articoli nei quali contestava la versione ufficiale del genocidio di Srebernica, che nel 1995 costò la vita a 8'000 musulmani.
Poggi oggi ha ribadito la tesi secondo la quale vi sono state anche molte vittime serbe nel conflitto dell’ex Jugoslavia dove, ha sostenuto, a farla da padrona è stata la disinformazione pilotata. Da parte sua la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha confermato la richiesta di pena, sottolineando la gravità delle affermazioni negazioniste dell’imputato: la libertà di espressione, è stato ribadito, ha i suoi limiti. Limiti che per la difesa non sono stati superati. La corte, presieduta dalla giudice Giovanna Ruggero Will, deciderà nelle prossime settimane.
CSI/AlesS
Dal Quotidiano: