In agosto prende ufficialmente il via la maggior parte dei percorsi di tirocinio professionale in Svizzera. In Ticino, però, restano ancora oltre 400 posti di apprendistato vacanti. Una situazione che non riguarda solo il sud delle Alpi, ma che riflette un trend più ampio: le nuove generazioni sembrano sempre meno interessate ad alcune professioni, con ripercussioni anche sul piano economico.
I settori con più difficoltà sono quelli della costruzione, dell’artigianato, ma anche della sanità, dell’amministrazione e dell’elettronica. “Più che parlare di un problema, direi che ci sono ancora molte opportunità”, spiega ai microfoni del Radiogiornale Massimo Genasci, responsabile dell’Ufficio regionale d’orientamento. “Le premesse sono simili a quelle dello scorso anno: siamo intorno ai 1’500 contratti di tirocinio già stipulati, ma certe professioni fanno più fatica a riscuotere l’interesse da parte dei giovani”.
A incidere sarebbe anche la percezione di alcuni mestieri: “Certe famiglie nutrono timori verso professioni che si svolgono sul cantiere”, aggiunge Genasci. “Ma queste professioni si sono evolute: ci sono regole precise, misure di sicurezza, e offrono prospettive di carriera interessanti, anche imprenditoriali”.
Per molte aziende, la carenza di personale è una sfida crescente, destinata ad acuirsi con il calo demografico. “Più che cosa possono fare, bisogna chiedersi cosa devono fare”, osserva Sara Rossini, di Fill-Up, realtà che accompagna aziende e apprendisti. “Serve un cambio di approccio: non si tratta di stendere il tappeto rosso, ma di creare un contesto formativo adatto alle caratteristiche dei giovani”.
Chi è ancora alla ricerca di un posto di tirocinio può rivolgersi al Gruppo operativo di collocamento cantonale, anche tramite gli orientatori delle scuole medie.