L’Italia non ha fatto marcia indietro: lei, i migranti espulsi dalla Svizzera, o da altri paesi vicini, non li vuole, anche se la Convenzione di Dublino stipula che è il primo paese d’approdo a doversi far carico di quei migranti fuggiti in cerca di asilo. Secondo la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), Elisabeth Baume-Schneider, il blocco dell'Italia in materia di riammissione dei richiedenti l'asilo potrebbe protrarsi per mesi, "la pressione al confine meridionale dell'Italia è enorme, per cui questo atteggiamento è in parte comprensibile", ha dichiarato Baume-Schneider in un'intervista diffusa ieri dalla Neue Zürcher Zeitung.
Berna ha chiesto all'Italia la riammissione di circa 300 casi; per 40 di essi sono passati sei mesi e la responsabilità è quindi ora della Svizzera. Per questo la nostra Ministra intende recarsi a Roma, possibilmente entro giugno, per negoziare una soluzione con il Governo di Giorgia Meloni.
L’Italia, dal canto suo, continua il suo braccio di ferro con l’Unione europea, che non riesce a trovare una soluzione per sgravare la penisola dove sbarca la stragrande maggioranza di chi cerca una nuova vita, per motivi bellici, politici, economici, climatici o altro.
E una parte di Svizzera non ci sta, o non ci sta più. C’è chi chiede di blindare le frontiere, chi rimprovera alla Confederazione di scaricare tutto sui Cantoni, chi accusa i partiti di fare campagna elettorale a spese dei più deboli in vista delle elezioni federali di ottobre.
Modem vi propone uno sguardo sulla situazione con un’intervista a:
Micaela Crippa – direttrice del Centro federale d’asilo di Chiasso
E con un dibattito fra:
Piero Marchesi – presidente UDC, TI e consigliere nazionale
Laura Riget – copresidente PS, TI e granconsigliera
Modem su Rete Uno alle 08:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app RSINews e RSIPlay.
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