Guerra in Ucraina

Nuovo scambio di prigionieri fra Russia e Ucraina

È il solo risultato concreto del secondo incontro di Istanbul, come prevedibile nessuna tregua - Scambiati i memorandum con le rispettive condizioni, Kiev propone un nuovo vertice a fine giugno

  • 2 giugno, 16:36
  • 3 giugno, 06:08
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Il secondo incontro a Istanbul nel giro di due settimane

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Di: AFP/Reuters/ANSA/pon 

Si è concluso nel giro di un’oretta il secondo round negoziale fra russi e ucraini a Istanbul, dopo quello del 16 maggio. “Senza risultato negativo”, secondo i mediatori turchi, che hanno preannunciato “dichiarazioni da parte di entrambe le delegazioni”. Quello ucraino non si è fatto attendere e ha confermato le modeste aspettative riposte nel faccia a faccia: il capo della delegazione, il ministro della difesa Rustem Umerov, ha dichiarato che le due parti prepareranno un nuovo scambio di prigionieri, dopo quello di due settimane fa. Mille per parte allora, mentre stavolta dovrebbero tornare in patria tutti quelli gravemente feriti o malati e quelli al di sotto dei 25 anni di età. Si tratterà anche stavolta di non meno di 1’000 militari, ha precisato in seguito il capo della delegazione russa Vladimir Medinsky, aggiungendo che scambi analoghi proseguiranno nel tempo (sono l’unico punto sul quale i due Paesi, dall’inizio della guerra, non hanno mai faticato a trovare intese). La Russia si è impegnata inoltre a restituire i corpi di 6’000 caduti ucraini, ha precisato Medinsky, e Kiev farà lo stesso con altrettanti caduti russi.

A Mosca la delegazione ucraina ha inoltre consegnato una lista di centinaia di bambini che l’Ucraina accusa la Russia di aver deportato o di trattenere nelle zone da lei occupate. Ci sono “339 nomi”, ha detto Medinsky, che respinge le accuse di deportazione illegale di bambini per le quali due anni fa la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto nei confronti (anche) di Vladimir Putin. “Questi bambini non sono stati rapiti da nessuno. Non c’è un solo bambino rapito. Ci sono bambini salvati (...) e stiamo cercando i genitori, e se i genitori si presentano li riportiamo indietro”, ha dichiarato il capo negoziatore. Centinaia di essi, grazie anche a mediazioni internazionali, sono tornati in Ucraina negli ultimi tre anni.

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La delegazione di Kiev all'uscita dal palazzo di Ciragan - Il vertice è durato appena un'ora

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Le parti hanno anche confermato uno scambio di documenti - entrambe dovevano sottoporre le proprie condizioni per una cessazione delle ostilità - e che Kiev non ha reagito al contenuto del memorandum russo non avendolo ricevuto prima dell’incontro. Ha proposto un prossimo appuntamento a fine giugno e si prenderà quindi il tempo di studiarlo. “Si tratta di un documento molto dettagliato”, ha precisato Medinsky, anche se le condizioni di Mosca a grandi linee sono note da tempo: Kiev fuori dalla NATO e inoltre, il riconoscimento delle regioni ucraine dichiarate annesse, oltre alla Crimea quelle di Luhansk (occupata quasi integralmente), Donetsk (in larga misura), Zaporizhia e Kherson (di queste ultime due fette non trascurabili e i rispettivi capoluoghi sono in mano ucraina). I russi sono presenti (e stanno avanzando) anche in una fascia di confine nelle regioni Sumy e Kharkiv, oltre ad aver raggiunto il confine con quella di Dnipropetrovsk. Volodymyr Zelensky ritiene queste richieste inaccettabili e da Vilnius, dove si trova lunedì, ha ribadito che Mosca da questo conflitto non deve trarre alcun vantaggio.

Nulla di fatto, come era prevedibile, sul fronte di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni come invocato da Kiev e dalla coalizione di “volonterosi” europei. Lo ha detto il vicepremier ucraino Serhiy Kyslytsia, anche lui membro della delegazione a Istanbul. Il Cremlino - visto che le sue truppe progrediscono lentamente lungo tutta la linea del fronte e nelle ultime settimane hanno accelerato il passo - non ne voleva sapere già prima: per una tregua chiede che l’Ucraina non se ne serva per tirare il fiato e che si discuta prima (e non dopo) della soluzione alle cause di fondo all’origine del conflitto.

A maggior ragione la Russia non ne vuole sapere ora di fermare completamente le ostilità, dopo l’attacco con droni messo a segno dai servizi ucraini domenica, quando sono stati colpiti decine di aerei in basi russe lontanissime dal confine fra i due Paesi. Un duro colpo che Mosca difficilmente potrà lasciare senza risposta. Medinsky ha dichiarato che la sua delegazione ha fatto una controproposta, di una tregua di “2-3 giorni” limitata ad aree ben precise.

Le due capitali continuano ad avere una visione opposta anche sull’opportunità di un incontro fra i rispettivi leader. Per Umerov un’intesa sulle questioni decisive potrà uscire solo da un faccia a faccia fra Zelensky e Putin, mentre il Cremlino ha fin qui sempre sostenuto che i presidenti debbano entrare in campo solo al momento di concludere un accordo già discusso fra i negoziatori.

02:53

Ucraina attacca in profondità, nuovi negoziati a Istanbul

Telegiornale 02.06.2025, 12:30

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