Ripercorriamo le origini del vegetarianismo. L’occasione per farlo ci è data dalla recente pubblicazione del volume dal titolo Vegetariani. La storia italiana. L’autore, Alberto Capatti, è uno dei più noti storici della gastronomia italiana.
Prima, però, un dato di attualità targato CH. Le ultime indagini statistiche ci dicono che cinque svizzeri su cento sopra i 14 anni seguono una dieta vegetariana e la quota dei vegani è invece dello 0,6%. Secondo lo studio pubblicato dall’associazione Swissveg, negli ultimi anni, il numero di vegetariani o vegani è aumentato del 14% nel nostro paese e se la progressione dovesse confermarsi, tra cinque anni una persona su dieci non mangerà più carne.
Le origini del vegetarianismo in Italia sono ancorate al 1905, data in cui viene fondata a Firenze la Società Vegetariana d’Italia dal dottor Guido Buti. La scoperta, nei primissimi anni del Novecento, della dieta vegetariana e la sua lenta diffusione in Italia sono l’espressione di una cultura igienista importata principalmente dalla Germania, come ci ricorda Alberto Capatti che da più di vent’anni si occupa di storia dell’alimentazione e della gastronomia (già direttore del mensile La Gola e del periodico “Slow” dell’Associazione Slow Food):
«L’Associazione fiorentina era costituita nella misura del 10% da medici, molti altri sono degli igienisti e si occupano essenzialmente della salute. Il vegetarianesimo nasce con una volontà assolutamente medica e anche impositiva: niente fumo, niente alcool, una vita all’aria aperta, una vita secondo natura. Questi indirizzi erano indirizzi che venivano da altri Paesi: dalla Inghilterra, dalla Germania. Traduttore dei primissimi libri di cultura tedesca utili per gli italiani sarà proprio l’editore Arnold di Lugano».
(Alberto Capatti, autore di Vegetariani. La storia italiana già direttore del mensile La Gola e del periodico “Slow” dell’Associazione Slow Food)
Anche in Svizzera il vegetarianismo nasce con motivazioni igieniste e salutiste. Il pioniere del vegetarianismo elvetico fu Theodor Hahn, che introdusse il vegetarianismo in uno stabilimento di cura nel Canton San Gallo, affermando l’efficacia della dieta vegetariana a scopo terapeutico. Dominik Flammer, storico dell’alimentazione, nutrizionista e autore di numerosi libri sulla diversità della cucina alpina, ricorda qui l’origine del vegetarianismo in Svizzera:
«Furono soprattutto medici tedeschi a introdurre il vegetarianismo in Svizzera. Era una forma di contromovimento che voleva lottare contro l’industrializzazione, soprattutto contro l’allevamento del bestiame (l’allevamento di suini e di polli), e lottava anche contro lo sfruttamento dei lavoratori. Questo contromovimento costituiva una prima forma di comunismo, come dimostra anche la comunità che si installò sul Monte Verità...
Uno dei primi piatti vegetariani in Svizzera fu il Birchermuesli, inventato dal medico Maximilian Oskar Bircher Benner, il quale introdusse il Birchermuesli nella dieta crudista proposta dalla sua clinica, il Lebendige Kraft (fondata nel canton Zurigo). A questa clinica fece visita anche Ambrosius Hiltl, il fondatore del leggendario ristorante vegetariano di Zurigo, il quale trasse ispirazione per numerosi piatti».
(Dominik Flammer, storico dell’alimentazione, nutrizionista e autore di numerosi libri sulla diversità della cucina alpina)
Vegetariani
Alphaville 28.04.2025, 12:35
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