Online su PlayRSI il documentario Skate Borders, che racconta storie, luoghi e personaggi che hanno costruito e reso viva la scena skate ticinese. Una produzione Digital First RSI con cui gli autori Pablo Creti e Nick Rusconi e il produttore Andrea Sala – a un anno esatto da Sulla Mappa, dedicato al rap – spostano l’attenzione su un’altra sottocultura che ha segnato profondamente il nostro territorio. In occasione dell’uscita del documentario, ospitiamo una serie di contributi che raccontano la skate culture nel Canton Ticino.
Il soprannome di Daniel è già un programma: “Schianta”. Lo senti dire allo skatepark di Lugano e sai già che dietro c’è una storia. Una di quelle che nascono tra una risata, una caduta, una birra a fine giornata. Tra gli skater ticinesi è diventato, nel giro di pochissimo, una leggenda. Fa parte della nuova generazione e sin da ragazzino quelli più vecchi che lo vedevano girare al park hanno subito capito che in lui c’era qualcosa di diverso. La testa, la testardaggine; il talento, il coraggio. Tutti ingredienti che da soli non bastano, ma che insieme – nel suo caso – hanno cominciato a fare rumore.
Certo, da lì a entrare nel team Vans Europe e girare il mondo in tour, il salto era grande – ma Schianta, dei salti non ha mai avuto troppa paura. Anzi, sembra che viva proprio per quello: per superare ogni volta un limite, un ostacolo, una paura.
Quando lo incontri dal vivo, capisci subito che la tavola non è solo uno sport per lui: è un modo di pensare, un linguaggio, un’estensione naturale del suo corpo. È passione, ossessione, libertà, dedizione, amicizia. Schianta è uno di quelli che lo skate lo respirano anche quando non stanno skateando. Ti parla di trick come un musicista che racconta una melodia: con quella luce negli occhi che solo chi ama davvero qualcosa riesce a tenere accesa.
Daniel “Schianta” Lepori
RSI Skate Borders 07.11.2025, 11:34
E poi c’è l’altra faccia: quella della fatica. Migliaia di cadute, ginocchia sbucciate, caviglie gonfie, ma anche migliaia di volte in cui si è rialzato. Perché lo skate, come la vita, non lo impari da fermo. È lì che capisci che non si tratta solo di talento, ma di una mentalità. Quella di chi sa ridere anche quando si schianta, di chi non prende troppo sul serio se stesso, ma prende maledettamente sul serio quello che fa.
C’è il talento, quello innato, che non si impara. C’è la bravura, costruita con anni di allenamenti, migliaia di cadute e migliaia di volte in cui si è rialzato. C’è l’umiltà, quella rara, di un ragazzo che non ha ancora trent’anni e ti dice con semplicità che non è arrivato, che c’è ancora tanto da fare, tanto da imparare, tanto da spingere. E in questa combinazione di talento e autenticità, si nasconde una piccola gemma dello sport luganese e ticinese, un nome che merita di essere scoperta e raccontata.
Oggi Schianta è sulle riviste internazionali, gira l’Europa e lavora con brand famosi. È il secondo skater ticinese, dopo Martino Cattaneo, ad aver raggiunto lo status di Pro.
Eppure, quando lo incontri ti saluta come se ti conoscesse da sempre, con quella sua semplicità disarmante che ti fa capire che, prima ancora di essere Schianta-lo-skater, è Schianta l’amico che vuoi nella crew, quello che si gode ogni momento come se fosse un trick riuscito bene.
Dal park di Lugano ai tour in giro per il mondo, Daniel ha portato con sé un pezzo di Ticino, di quella scena underground che resiste e continua a reinventarsi. Ed è forse questo il suo segreto: riuscire a rimanere sé stesso anche quando tutto intorno cambia .Un ragazzo gentile, che sul cemento ha trovato la sua forma di libertà. E che, con ogni salto, ci ricorda che sapersi rialzare vale più di qualsiasi atterraggio perfetto.








