Salute

Diete ormonali: moda o scienza?

Cosa dicono davvero le evidenze sulle nuove tendenze alimentari che promettono un migliore equilibrio degli ormoni 

  • 2 ore fa
cibo sano
  • istock
Di: Chiara Jasson, nutrizionista, specializzata in alimentazione naturale e sportiva

Negli ultimi anni, i social media hanno promosso diete hormone-friendly, volte all’equilibrio degli estrogeni, al sollievo nei casi di sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) o in menopausa, spesso attribuendo a singoli alimenti o pratiche proprietà quasi miracolose. È importante sapere, però, che nessun cibo è una panacea per l’equilibrio ormonale. Questo, infatti dipende, da un approccio integrato che include alimentazione sana, attività fisica, gestione dello stress e sonno adeguato. Vediamo insieme con spirito critico, i principali approcci oggi diffusi.

PCOS e dieta: le evidenze più solide

Per la PCOS, le evidenze scientifiche sostengono alcune strategie dietetiche efficaci. In primis la dieta mediterranea, ricca di fibra, grassi insaturi, antiossidanti e polifenoli, è associata a miglioramento della resistenza insulinica, riduzione dell’infiammazione e moderazione degli androgeni.
Un buon apporto di fibre aiuta a migliorare la sensibilità insulinica, regolare la glicemia, migliorando contemporaneamente profili lipidici e infiammatori. L’apporto proteico deve essere adeguato, per favorire il mantenimento della massa muscolare.
Il carico glicemico deve essere moderato, e associato alla riduzione di carni rosse, latticini, zuccheri e grassi saturi. È fondamentale anche un buon apporto di omega-3 (EPA/DHA), che possono contribuire a ridurre il testosterone libero e alcuni parametri androgeni, migliorando al contempo lipidi e marcatori infiammatori.

Per quanto riguarda le diete low-carb e chetogeniche: se ben pianificate, possono favorire la riduzione di trigliceridi, colesterolo, glucosio, HOMA-IR, LH, testosterone, e aumento di FSH. Tuttavia, servono a questo riguardo studi più ampi e controllati. Al contrario, l’assunzione di integratori o superfood (ad esempio aceto di mele, tè verde, cacao) mostra scarse evidenze scientifiche se non inserita all’interno di uno stile di vita complessivamente sano.

Menopausa ed equilibrio estrogenico

Durante la perimenopausa e la menopausa, il calo di estrogeni può avere un impatto sul metabolismo, sulla densità delle ossa e sulla massa muscolare. Strategie alimentari salutari e allenamento con pesi risultano fondamentali in questa fase della vita. Una dieta sana nel periodo della menopausa dovrebbe essere incentrata su proteine, fibre, riduzione di zuccheri, grassi saturi e alcol, oltre a un adeguato apporto di calcio e vitamina D.
Importante è anche la componente vegetale della dieta: il consumo di un’ampia varietà di alimenti vegetali può favorire la riduzione dei sintomi legati a questa fase ormonale (vampate, umore, aumento di peso) tramite l’equilibrio della flora intestinale.

Si parla anche di ‘gut-menopause axis’, ossia di come il microbioma possa influenzare il metabolismo degli estrogeni. Anche durante la menopausa, la dieta mediterranea rimane la migliore scelta, alleviando sintomi vasomotori grazie a fibra, fitoestrogeni, grassi salutari e composti fenolici. I fitoestrogeni (es. lino, soia) possono esercitare un’azione estrogenica modulante, utile nei disturbi legati a questo periodo di cambiamento.

Tendenze popolari: tra mito e realtà

Negli ultimi anni si è diffuso il concetto di seed cycling, ovvero il consumo alternato di semi. Questa pratica alimentare è strutturata secondo le due fasi principali del ciclo mestruale:

  • Durante la fase follicolare (giorni 1–14 circa): semi di lino e semi di zucca, ricchi rispettivamente di lignani (fitoestrogeni), acidi grassi essenziali, zinco, selenio.

  • Durante la fase luteale (giorni circa 15–28): semi di sesamo e semi di girasole, che apportano lignani, vitamina E, zinco e grassi salutari.

Una tipica routine prevede l’assunzione quotidiana di 1–2 cucchiai di questi semi (preferibilmente macinati).

Uno studio randomizzato pubblicato su Food Science & Nutrition nel 2023 ha seguito due gruppi di donne per 12 settimane: uno con dieta e seed cycling abbinata a metformina, l’altro con sola dieta. Il gruppo con seed cycling ha mostrato miglioramenti nei livelli ormonali (FSH, LH), nella morfologia ovarica (riduzione delle cisti) e nell’indice di massa corporea. Una tecnica promettente, anche se servono ulteriori ricerche per confermarne la validità.

In definitiva, l’equilibrio ormonale non si riduce mai a un singolo alimento o protocollo: è sempre una sinfonia di fattori che agiscono insieme, talvolta abbinati anche ad un’integrazione mirata e, laddove necessario, anche ad un intervento farmacologico valutato insieme al proprio medico curante.

55:12

Nutrizione personalizzata e tecnologia – Il futuro della dieta

La consulenza 04.04.2025, 13:00

  • iStock
  • Carlotta Moccetti

Correlati

Ti potrebbe interessare