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Le padelle antiaderenti sono cancerogene?

Facciamo chiarezza su Teflon, PFOA e PFAS per capire i rischi reali in cucina

  • Ieri, 11:30
Padella antiaderente, teflon
  • Unsplash
Di: Emma Berger 

Ognuno di noi ha probabilmente una o più padelle antiaderenti a casa. È anche probabile che prima di acquistarle ci siamo chiesti se non fosse meglio prenderle senza Teflon, o senza PFOA, date le numerose notizie che si leggono riguardo la presunta dannosità di certe sostanze per la salute. Ma è davvero così? Scopriamo cosa dice la scienza.

PFAS, PTFE, Teflon, PFOA: un po’ di chiarezza sui termini

Per capire meglio con cosa abbiamo a che fare quando parliamo di tegami antiaderenti, distinguiamo le sostanze in questione:

  • Sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS): una categoria ampia di sostanze chimiche composte da carbonio e fluoro, particolarmente resistenti al calore, all’acqua e ai grassi. Sono anche chiamate “inquinanti eterni” perché non si degradano con il tempo, rimanendo nell’ambiente e ponendo problemi di contaminazione.

  • Politetrafluoroetilene (PTFE), anche chiamata Teflon: uno dei composti PFAS più noti e diffusi, ampiamente utilizzato nell’industria, non solo in cucina. Date le sue proprietà antiaderenti, il Teflon si trova nei rivestimenti delle pentole e padelle.

  • Acido perfluoroottanoico (PFOA): sostanza chimica storicamente utilizzata per produrre il Teflon. In seguito a studi che hanno dimostrato la sua pericolosità per l’ambiente e la salute, il suo impiego è stato strettamente regolamentato (in Svizzera dal 2021) e la sua presenza è sempre più rara nei prodotti moderni.

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L’eterno problema degli inquinanti PFAS

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  • Keystone

Non è il Teflon di cui bisogna avere paura

Le preoccupazioni riguardo alle padelle antiaderenti coinvolgono quindi il PFOA, classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come “cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 1). Questa conclusione si fonda su solide prove di cancerogenicità negli animali e sulla forte evidenza dei meccanismi con cui la sostanza può causare il cancro anche nell’uomo.

Per questo motivo, e altri di natura ambientale, sono entrate in vigore restrizioni sulla fabbricazione, l’immissione in commercio e l’uso del PFOA e dei composti correlati (in Unione Europea dal 4 luglio 2020, con cui la Svizzera è allineata).
Quindi, nelle padelle antiaderenti di nuova produzione e legalmente in commercio, il PFOA non è più presente.

Come utilizzare al meglio le pentole e padelle casalinghe

Il Teflon presente nelle nostre pentole e padelle non deve quindi preoccuparci. Ci sono comunque alcuni accorgimenti per prolungare loro la vita e non alterare la stabilità del materiale.

  • Il Teflon inizia a deteriorarsi sopra ai 260°C e la sua decomposizione inizia a circa 350°C, temperature ben al di sopra di quelle che si raggiungono nella cottura domestica. In ogni caso, per essere più sicuri, non scaldate la padella vuota, per evitare di aumentare eccessivamente la sua temperatura.

  • Non utilizzate utensili abrasivi, come quelli in metallo, che potrebbero danneggiare il rivestimento antiaderente. Meglio quelli in legno o silicone.

  • Cambiate il tegame quando il rivestimento è consumato.

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