Curiosità e trend

Arachidi svizzere: il nuovo regalo di San Nicolao?

Le arachidi, simbolo delle festività invernali svizzere, potrebbero presto essere coltivate localmente. Esploriamo le caratteristiche di questo legume versatile e curioso

  • Oggi, 09:00
arachidi, pianta
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Di: Alice Tognacci 

Ogni anno, il 6 dicembre, migliaia di bambini svizzeri si svegliano con un piccolo tesoro lasciato da San Nicolao: mandarini, cioccolatini… e naturalmente le immancabili arachidi - o meglio, “spagnolette”. Ma da dove arrivano, davvero, questi frutti simbolo delle festività invernali, che non sono frutta secca bensì legumi? E soprattutto: anche in Svizzera, oggi, crescono arachidi. Che si stia avvicinando l’anno di un San Nicolao a “km 0”?

San Nicolao ha radici profonde: deriva da Nicola di Myra, vescovo del IV secolo, venerato come protettore dei bambini e noto per la sua generosità verso i poveri. La tradizione di celebrare il 6 dicembre come giorno in cui San Nicolao porta doni — spesso dolci, frutta secca, mandarini, noci — è diffusa in molte regioni svizzere, sotto nomi diversi («Samichlaus» nelle aree di lingua tedesca, «Saint Nicolas» in quelle francofone, etc.)

Questa tradizioni non ha una data di origine identificabile, ma è il risultato di una stratificazione di usi religiosi, folklorici e pratici nel tempo. L’abitudine di regalare cibo semplice e durevole (come noci o arachidi) riflette l’idea di carità e condivisione legata al santo, adattata alla cultura e alle disponibilità materiali locali.

Il legume che si crede frutta secca

Nonostante il nome “nocciolina americana”, l’arachide (Arachis hypogaea) non è né una noce né un seme, ma una leguminosa; parente, dunque, più vicina a fagioli e piselli anziché a nocciole e mandorle. Ecco perché prima di essere tostata, quindi da fresca, l’arachide al gusto somiglia ai piselli.

Pianta originaria del Sud America e coltivata da secoli in climi tropicali e subtropicali, ha una peculiarità unica: fruttifica sottoterra. Le piantine di arachidi vengono piantate in primavera. Le piante verdi e cespugliose producono fiori gialli che, dopo pochi giorni, si insinuano nel terreno dove si svilupperanno i frutti — le famose “spagnolette” che amiamo sgranocchiare. È come se la pianta, dopo aver mostrato i suoi fiori al sole, decidesse di nascondere i frutti sottoterra, al riparo da intemperie e predatori.
Le arachidi vengono poi raccolte in modo simile alle patate. Le radici vengono tagliate e le arachidi (i frutti) vengono fatte essiccare al sole. Un passaggio cruciale perché arachidi troppo umide potrebbero far ammuffire interi sacchi che vengono esportati, anche in Svizzera.

pianta fiore dell'arachide
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Arachidi: dal deserto all’Argovia

Tradizionalmente, le arachidi vendute in Svizzera arrivano da Egitto e Israele, pur non essendo i più grandi produttori al mondo. Secondo i dati raccolti da Our World in Data, nel 2023 sono stati paesi come Cina, India, Nigeria e USA a produrre più arachidi, con la Cina che ne produce quasi 20,000,000 tonnellate e gli USA oltre le 2,500,000 tonnellate (Israele: 13.721 tonnellate e Egitto 247.268 tonnellate).

I primi 10 paesi produttori di arachidi nel mondo
  • Fonte dati: ourworldindata.org

La coltivazione dell’arachide richiede clima caldo, sole, e terreno sabbioso e ben drenato. Fino a pochi anni fa, nessuno avrebbe mai pensato che potesse trovare spazio nei campi elvetici. Eppure, con il cambiamento climatico e il riscaldamento delle estati svizzere, anche questa coltura potrebbe entrare a far parte di quelle “made in Svizzera”. È il caso dell’Argovia, dove negli ultimi anni alcuni agricoltori pionieri hanno iniziato a coltivare arachidi – con risultati promettenti, anche se la coltivazione resta complessa e sensibile alle condizioni meteo.

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Le arachidi argoviesi

Telegiornale 25.11.2025, 20:00

Le arachidi argoviesi sono uno degli esempi che segnano un forte adattamento agricolo dovuto al cambiamento climatico. Sempre più agricoltori elvetici sono costretti a rivedere le proprie colture: mais e patate cedono il passo a varietà più resistenti alla siccità, come sorgo, ceci e appunto arachidi.
Ma attenzione: coltivare arachidi non è semplice. Richiede macchinari ad hoc, rotazioni colturali attente e – almeno per ora – piccoli volumi. Non sarà una rivoluzione immediata, ma una direzione che racconta un’agricoltura svizzera sempre più in dialogo con il clima che cambia.

Verso un San Nicolao con spagnolette a km zero?

Chissà, forse in un futuro non troppo lontano, le “spagnolette” che San Nicolao distribuirà ai bambini svizzeri saranno coltivate e raccolte a pochi chilometri da casa. Nel frattempo, vale la pena ricordare che dietro ogni piccola arachide si nasconde una filiera, una storia e... una piantina.

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