Territorio e Tradizioni

Sagra dell’Uva di Mendrisio: 81 anni di tradizione

Al via lo storico evento che dal 1944 unisce generazioni e celebra l’identità vinicola del Mendrisiotto con festa, musica e sapori locali

  • 26 settembre, 17:30
La tradizionale Sagra del Borgo

La tradizionale Sagra del Borgo

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Di: Sebastian Cerny 

Dal 26.09.2025 al 28.09.2025 torna la Sagra dell’Uva a Mendrisio, una delle celebrazioni più amate del Cantone dedicata alla ricca tradizione vinicola del Mendrisiotto. Nonni e nipoti condividono memorie, anche se distanziate nel tempo, di risate e brindisi nelle corti di Mendrisio in questo periodo di fine settembre. Inizialmente concepita come una festa della vendemmia, questa manifestazione ha mantenuto con successo lo spirito rurale e festoso della comunità fino ai giorni nostri.

L’evoluzione della Sagra nel tempo

La Sagra dell’Uva di Mendrisio è un evento che, dal 1944, celebra la ricca tradizione vinicola del Mendrisiotto, una vera e propria terra di vite che vanta la maggiore densità di filari in tutto il Ticino. Inizialmente concepita come festa della vendemmia, profondamente radicata nel mondo rurale, offriva agli agricoltori e viticoltori locali l’opportunità di esporre e vendere i loro prodotti durante l’ultima settimana di settembre, come la tradizione vuole. In questo periodo dell’anno, il centro storico, prima di Balerna e poi di Mendrisio, si trasformava puntualmente in una cantina a cielo aperto. Nel 1957, l’evento è diventato la “Sagra dell’Uva del Mendrisiotto”, organizzata dalle tre F (Filarmonica, Federale Ginnastica e Football Club) in collaborazione con la FOFT, la Federviti, la Cantina Sociale di Mendrisio e gli Amici del Buon Vino.

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Autunno deliziando tra monte e lago

RSI Archivi 26.09.1993, 13:21

Nel corso degli anni, la manifestazione è riuscita a coinvolgere sempre di più la regione intera, attirando un vasto pubblico, fino a 30’000 visitatori. Ogni anno la sagra inaugura l’autunno: le corti di Mendrisio si trasformano in grotti animati, le strade si riempiono di bancarelle e, tra musica e festa, si possono gustare vini locali e i piatti della tradizione, come polenta e luganega, mantenendo vivo lo spirito festoso della comunità.

La Sagra dell’Uva ha subito una significativa evoluzione nel corso degli anni, come racconta Piercarlo Saglini, viticoltore, ex Presidente della Gioventù Rurale e tuttora membro e testimone diretto di questa trasformazione. «Negli anni Ottanta, c’erano molte più corti e società rispetto a oggi, e si viveva con maggiore intensità l’aspetto agricolo e vitivinicolo della festa», afferma Saglini, ricordando come le prime edizioni fossero profondamente legate alle tradizioni contadine. In quei tempi, il corteo era un elemento distintivo della sagra, caratterizzato da carri adornati con uva, zucche e altri prodotti di stagione. Tuttavia, questo aspetto è andato perduto: «Il corteo non si fa più da diversi anni, forse fino agli anni ‘90 o ‘95, ma un tempo ogni corteo era accompagnato da carri decorati, che sfilavano attraverso il paese.»

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Mendrisio in festa per la vendemmia

RSI Archivi 28.09.1986, 13:20

Le corti rappresentavano un luogo centrale di aggregazione e convivialità durante la sagra. Si tratta di proprietà private che vengono date in uso alle diverse società, queste organizzavano momenti di festa e condivisione. «Un tempo, si passeggiava da una corte all’altra, e c’era una vera vita di piazza. Ora la sagra è più sedentaria, si sceglie una corte dove mangiare e spesso si rimane lì per la serata.» Tuttavia, l’evoluzione urbanistica e la ristrutturazione delle corti ha limitato questa tradizione, con i proprietari meno propensi a concedere i propri spazi per la festa, temendo possibili danni avendo investito in opere di mantenimento e modernizzazione.

Come Gioventù Rurale avevamo una corte per promuovere i prodotti locali, offrivamo solo vini del territorio a prezzi molto vantaggiosi. All’epoca il nostrano era di moda, consumato quotidianamente, e alla sagra lo vendevamo a un franco al bicchiere, senza scopo di lucro.

Piercarlo Saglini, Viticoltore, ex Presidente della Gioventù Rurale e tuttora membro 

A livello gastronomico le corti non deludono: «Si mangia la polenta con uccelli scappati, polenta con luganighetta e cipolle, ci sono i risotti, polenta e lumache, i piatti tipici della tradizione culinaria ticinese in festa. Salumeria e affettati non mancano.»

La funzione delle corti era principalmente sociale: ogni società riuniva i propri membri e amici, spesso legati a gruppi musicali o sportivi. Nel tempo le regole sono cambiate, negli anni ‘90, per tutelare l’offerta di vino ticinese, venne introdotto l’obbligo di ritirare una quota di vino dalla cantina di Mendrisio, più caro del vino estero. Questa decisione, spesso criticata, è servita a raggiungere l’intento: oggi la Sagra dell’Uva offre prevalentemente vino di origine ticinese.

C'è chi festeggia, come in queasta foto. E chi mena....
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Oggi i cortei non ci sono più, ma la sagra è rimasta un momento di celebrazione del territorio agricolo ticinese e della tradizione vinicola locale.

La Gioventù Rurale del Mendrisiotto e la Sagra

Da tempo si vede coinvolta la Gioventù Rurale del Mendrisiotto, che viene fondata nel 1968 con lo scopo di creare una rete di supporto professionale e culturale dei giovani che si occupano di agricoltura. L’associazione affronta una crisi nel 1973, sciogliendosi, come una fenice rinasce nel novembre 1981 con nuove iniziative. Nel 2011 ha celebrato i 30 anni dalla rifondazione e attualmente conta circa 190 soci. Dal 2014, la società partecipa nuovamente alla Sagra dell’Uva di Mendrisio, offrendo vini e piatti locali.

Nel tempo, il suo scopo è cambiato: da sostegno finanziario all’agricoltura a promozione delle tradizioni rurali. La Gioventù Rurale del Medrisiotto è sempre pronta a supportare iniziative legate all’agricoltura, alla valorizzazione e alla conservazione del territorio.

Piatti tradizionali della Sagra dell’Uva di Mendrisio:

La polenta del Mulino di Bruzella, un’antica istituzione della Valle di Muggio, viene servita in diverse varianti:
- oncia
- con il latte
- con il gorgonzola
- con i funghi
- con la formagella

Specialità della tradizione

Accompagnate dalla polenta nostrana, vengono proposte diverse pietanze della cucina locale:
- Üsei scapàa: involtini di lonza di maiale con pancetta e salvia
- Murtadela e fasoó: fagioli con mortadella di fegato
- Luganighetta e cipolle
- Ganasitt: guancette di maiale

Legato a “Prima Ora” del 26.09.2025 in onda su LA 1 dalle 18:00.

Fonti:

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