Quando mancano pochi giorni all'apertura, Vivien Greene, ossia la curatrice della grande mostra sul futurismo che si aprirà il 21 febbraio prossimo presso il Solomon R. Guggenheim Museum sulla Fifth Avenue di New York, rende noti in anteprima oggi, domenica, i contenuti dell'evento. "Abbiamo trasformato il Guggenheim in un'opera d'arte totale. Non solo quadri ma anche ceramica, letteratura, poster, arazzi,cucina, musica, serate, giocattoli", precisa Vivien Greene.
Si tratta di una straordinaria avventura anche al femminile, che si snoda in ordine cronologico fino agli anni Quaranta sulla rampa dinamica disegnata da Frank Lloyd Wright, dal Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti alla “Sintesi delle Comunicazioni”, le grandi tempere a encausto di sua moglie Benedetta, aeropittrice e allieva di Giacomo Balla, esposte per la prima volta fuori dalla sua collocazione originale, il Palazzo delle Poste di Palermo.
E' una rivoluzione che allarga gli orizzonti e allunga la prospettiva. “Il futurismo - spiega la Greene - non fu un movimento solo macho, giacché mogli e figlie, come Rosetta Depero e Luce ed Erica Balla collaboravano alle creazioni, mentre Benedetta Cappa Marinetti fu una star di prima grandezza, come pure non è da considerare limitato al secondo decennio del Novecento.
ANSA/Reuters/EnCa