La Polonia, da lunedì, è il dodicesimo Stato dell’area Schengen ad aver reintrodotto controlli sistematici alle frontiere, ai valichi con Lituania e Germania. Una misura presa anche in risposta alla decisione della Germania, che aveva inasprito i controlli ai suoi confini. Anche se da entrambi i lati si sottolinea che i turisti e le decine di migliaia di pendolari transfrontalieri non dovrebbero essere penalizzati, si sono verificati tempi di attesa più lunghi a diversi valichi.
Oltre alla Polonia e alla Germania, attualmente anche Francia, Austria, Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Danimarca, Svezia, Norvegia e Slovacchia effettuano controlli alle frontiere. Tuttavia, la situazione è dinamica e può cambiare rapidamente. Ad esempio, la Spagna ha interrotto i controlli alle frontiere la settimana scorsa, mentre il Belgio ha annunciato che intensificherà i propri controlli nel corso dell’estate.
La maggior parte degli Stati cita come motivi i rischi per la sicurezza, la lotta al terrorismo e il contenimento della migrazione. Il codice Schengen consente agli Stati di reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere interne, ad esempio in caso di pericolo concreto per la sicurezza interna. Questi controlli dovrebbero però essere limitati nel tempo e utilizzati solo come estremo rimedio.
Gli Stati Schengen sembrano però sempre meno interessati a questo limite. La Germania, ad esempio, controlla il confine con la Svizzera da quasi due anni e nel frattempo ha persino introdotto controlli alle frontiere su tutto il territorio.
Il consigliere federale Beat Jans ha più volte criticato i controlli alle frontiere reintrodotti ovunque, in particolare quelli della Germania al confine con la Svizzera, che sono stati ulteriormente inaspriti a maggio. Ai microfoni di SRF, Jans ha dichiarato che la Svizzera non può accettare che la Germania non rispetti più gli accordi internazionali.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Divergenze-sui-confini-dopo-la-stretta-tedesca--2814589.html
Almeno la situazione al confine tedesco-svizzero non è peggiorata nelle ultime settimane: l’Ufficio federale della dogana (UDSC) comunica che “per quanto riguarda la formazione di code, non abbiamo riscontrato cambiamenti dall’annuncio del cambio di prassi da parte della Germania, la situazione si presenta come nei mesi precedenti”.
Meglio informarsi prima di partire
L’UDSC raccomanda ai viaggiatori di informarsi prima di partire sulle condizioni di ingresso nei vari Paesi. Attualmente, ai valichi di frontiera con i vicini della Svizzera “in generale non dovrebbero esserci tempi di attesa”. Tuttavia, al momento bisogna aspettarsi tempi di attesa potenzialmente più lunghi al confine tedesco-polacco e all’ingresso in Germania dall’Austria o dalla Repubblica Ceca.
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Millevoci 03.07.2025, 11:05
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