Una sentenza storica in Brasile ha chiuso il caso di Jair Bolsonaro. L’ex presidente di estrema destra è stato condannato dalla Corte Suprema a 27 anni e tre mesi di carcere per organizzazione criminale armata, tentata abolizione dello Stato di diritto democratico e danneggiamento aggravato di beni pubblici. I sostenitori dell’ex capo di Stato parlano di persecuzione, per altri giustizia è stata fatta e questo dà la misura di un Paese diviso.
“Il Brasile è un Paese spaccato in due e i risultati delle ultime elezioni politiche lo hanno confermato”, ha detto - ospite a SEIDISERA della RSI Roberto Da Rin, giornalista de Il Sole 24 ore. Elezioni “dove Lula ha vinto sì, certo, ma con un margine sostanzialmente risibile, modesto. E questo processo ha ulteriormente inasprito, esacerbato i toni all’interno del Paese dove i ‘bolsonaristi’ non dialogano con i ‘lulisti’”.

.... e un'altra piange per la condanna dell'ex presidente
“Si tratta di due fette di società importanti che non riescono a trovare punti comuni per una convergenza, per un dialogo, per una sorta di governance condivisa”, ha spiegato lo specialista di America Latina. “Questa sentenza così dura, naturalmente, se verrà poi confermata in appello, di certo non migliorerà le relazioni tra maggioranza e opposizione. Quello che di certo però verrà sancito è un rigore giuridico a fronte di fatti dimostrati, che chiariscono che ci sia stato un tentativo di golpe manifesto”. Come si ricorderà, migliaia di suoi sostenitori, dopo la sconfitta alle presidenziali del 2022, l’8 gennaio 2023 avevano preso d’assalto e vandalizzato i palazzi delle istituzioni.

Jair Bolsonaro ha 70 anni
La pena esclude Bolsonaro dai giochi per molti anni. Ne ha già 70 e al carcere si aggiunge, a fine pena, un’ineleggibilità di 8 anni. La destra, a meno di ribaltamenti in appello o improbabili grazie, deve quindi trovargli un successore, a un anno dalle prossime elezioni presidenziali dove il 78enne Lula Da Silva ha lasciato intendere che sarà ancora in lizza.
Secondo Da Rin, “un’eredità politica la destra brasiliana la trova di sicuro, nonostante fino ad ora non abbiano identificato il profilo giusto. Saprà arrivare a un personaggio più presentabile e con chance di vedersela alla pari con il candidato della sinistra. Quello che possiamo dire con una certa sicurezza è che Bolsonaro, che è stato un’icona dell’estrema destra, che si è scagliato contro le donne, contro i gay, che ha detto chiaramente che l’Amazzonia avrebbe dovuto essere utilizzata e, se necessario, distrutta per quello che che poteva servire al Brasile, ha lasciato un segno pesante. Ha generato anche in una consistente fetta dell’elettorato più centrista una certa disaffezione verso un candidato che ha presentato delle tesi insostenibili. Vedremo se il prossimo candidato ricalcherà le sue orme oppure se invece sarà necessaria una sterzata”.
Resta poi da vedere cosa faranno gli Stati Uniti. Bolsonaro, come noto, era vicino a Donald Trump, che in una prima reazione si è detto sorpreso. “Era un brav’uomo e un bravo presidente”, ha dichiarato, mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha già minacciato ritorsioni per quella che ha definito una condanna “ingiusta”. “Mi sembra che i dazi al 50% siano già una misura drastica che ha punito severamente il Brasile”, ha commentato Da Rin. “Trump domani ne potrà magari annunciare degli altri al 70%, e poi fare marcia indietro. Il presidente americano è molto imprevedibile e questo è l’unico punto su cui analisti di destra e di sinistra convergono. Quindi quello che potrà fare non lo sappiamo per certo. Non ha applicato i dazi, ad esempio, ai succhi d’arancia che per il 90% vengono esportati dal Brasile agli Stati Uniti. Quindi dove ha visto che c’era un’utilità statunitense si è astenuto dal danneggiare il Brasile. Ma di certo questa sentenza che condanna Bolsonaro non viene vista con simpatia da Trump. Anzi al contrario, perché intravede che possa generarsi in futuro una replica a suo danno negli Stati Uniti e quindi potrà in effetti aggiungere altre misure coercitive che in questo momento, oltre ai dazi così alti, non possiamo immaginare”.

Il commento dal Brasile
Telegiornale 12.09.2025, 20:00

Bolsonaro condannato
Telegiornale 12.09.2025, 20:00