Medici Senza Frontiere (MSF) ha annunciato nella prima serata di oggi, venerdì, di essere “costretta a sospendere” le proprie attività a Gaza City.
La decisione fa seguito alla intensificazione dell’offensiva israeliana nell’area. “Non abbiamo avuto altra scelta”, spiega in una nota il coordinatore delle emergenze di MSF Jacob Granger, “perché le nostre cliniche sono state circondate dalle forze israeliane”.
“Era l’ultima cosa che volevamo, perché i bisogni a Gaza sono enormi”, ha sottolineato Granger in questo comunicati, sottolineando che i raid aerei continuano, mentre i carri armati avanzano a meno di un chilometro dalle installazioni sanitarie dell’organizzazione. “L’escalation di attacchi” ha così posto in essere “un rischio inaccettabile per il nostro personale”.
Le attività mediche vitali sono state così interrotte. Solo la settimana scorsa le cliniche di MSF a Gaza City hanno effettuato più di 3’600 consultazioni e curato 1’655 pazienti affetti da malnutrizione, indica MSF che chiede “la fine immediata delle violenze” e un “accesso senza ostacoli” per gli operatori umanitari.
Intanto centinaia di migliaia di persone sono ancora in città, impossibilitate a fuggire. “Le persone più vulnerabili”, come feriti gravi, neonati in cura e persone con malattie potenzialmente mortali, “non sono in grado di spostarsi e sono in grave pericolo”, ha sottolineato il coordinatore.

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Notiziario 26.09.2025, 22:00
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