Dopo giorni dall’inizio del conflitto, il governo centrale di Pechino ha espresso la propria preoccupazione per “l’improvvisa escalation delle tensioni in Medio Oriente causata dall’azione militare di Israele contro l’Iran“. Con queste parole il presidente cinese Xi Jinping ha condannato l’improvvisa escalation delle tensioni in Medio Oriente attribuendola agli attacchi israeliani. “Ci opponiamo a qualsiasi atto che violi la sovranità, la sicurezza e l’integrità territoriale di altri Paesi. Il conflitto militare non fornisce una soluzione, né l’escalation della situazione regionale serve l’interesse comune della comunità internazionale”, ha affermato il leader cinese. Il giorno successivo all’attacco israeliano, la posizione cinese era già stata resa nota dal ministro degli Esteri Wang Yi che, in una telefonata con le controparti dei due paesi, ha definito “inaccettabili” le azioni di Israele.
Gli interessi economici e l’influenza cinese nel Medio Oriente sono significativi e Pechino ha tutto l’interesse di scongiurare una intensificazione delle tensioni nell’area. “La Cina potrebbe dover affrontare gravi conseguenze, come la destabilizzazione del corridoio energetico” sostiene Zhao Zhijun, esperto di Politica e relazioni con il Medio Oriente, in quanto l’Iran svolge un ruolo chiave nella connessione del continente eurasiatico. Secondo l’esperto, lo scenario potrebbe addirittura aggravarsi nel caso in cui l’attuale governo iraniano crollasse e venisse sostituito da un regime filo-americano. “L‘influenza e la presenza strategica della Cina in questa regione potrebbero subire un duro colpo”, sostiene Zhao.
Nel 2020 Pechino e Teheran hanno siglato un programma di cooperazione di 25 anni. Oggi la Cina è il principale importatore di petrolio iraniano e il primo partner commerciale dell’Iran ma anche il primo partner commerciale di Israele in Asia, fattore quest’ultimo che potrebbe dare a Pechino un certo grado di influenza economica sul governo israeliano. Xi ha affermato che “la Cina è pronta a svolgere un ruolo costruttivo nel ripristinare la pace e la stabilità in Medio Oriente”; come avvenuto per i due conflitti aperti in Ucraina e nella Striscia di Gaza, il governo di Pechino potrebbe apprestarsi nuovamente ad assumere il ruolo di pacificatore globale per mantenere alto il suo raggio di influenza. “Non credo che la Cina invierà direttamente forze militari all’Iran per aiutarlo nella guerra, credo che abbia la neutralità politica, l’influenza economica e le risorse diplomatiche sufficienti e necessarie per una mediazione”, ha concluso Zhao Zhijun.