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L’attacco di Israele “è da condannare al 100%”

L’antropologa Sara Hejazi: l’intervento esterno rafforza il regime e soffoca il dissenso

  • Oggi, 06:47
06:03

SEIDISERA del 14.06.2025

RSI New Articles 14.06.2025, 22:08

  • Keystone
Di: SEIDISERA/Tieffe 

Dopo i recenti attacchi israeliani contro l’Iran, SEIDISERA ha intervistato l’antropologa Sara Hejazi, ricercatrice alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, per analizzare le ripercussioni sulla società civile e sulla stabilità del regime.

Riferendosi all’appello del premier israeliano Netanyahu ai cittadini iraniani affinché si liberino dal regime, Hejazi ha dichiarato: “Io l’ho trovato veramente orribile come appello. Sinceramente anche falso, nel senso che nessuna società civile si può mobilitare per un attacco armato”.

Secondo l’antropologa, la società iraniana è “veramente molto viva ed è anche molto giovane e anche capace di ridefinire e negoziare con un governo”. Ha poi criticato la visione che separa nettamente governo e società, affermando: “Noi siamo in fondo i nostri governi”.

A suo avviso, la Repubblica islamica si è trasformata nel tempo in un continuo processo di negoziazione con la popolazione. Hejazi ha ricordato che, come accadde durante la guerra con l’Iraq, un nemico esterno può spingere la società a compattarsi attorno al regime, soffocando le voci critiche interne.

Pur riconoscendo la forte repressione, soprattutto verso le donne, ha sottolineato che esiste una società civile capace di resistere e di mettere in discussione il potere. Tuttavia, ha precisato che questa lotta deve avvenire senza ingerenze esterne: “C’è una grossa repressione ma c’è anche una società civile che è capace di mettere in discussione questa repressione [...] ma che viene fatta dagli iraniani dentro l’Iran senza l’intervento esterno”.

Infine, Hejazi ha espresso una netta condanna dell’attacco israeliano: “Qualsiasi tipo di guerra, qualsiasi tipo di attacco non farà che peggiorare la situazione delle donne, dei giovani e della società civile. Per cui assolutamente no, per me è una cosa da condannare al 100%”.

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