La Cina vincerà la corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale di nuova generazione. È l’opinione di Jensen Huang, amministratore delegato dell’azienda tecnologica statunitense esperta di chip Nvidia, che è stato intervistato dal Financial Times durante un evento a Londra.
“Come dico da tempo, la Cina è indietro di pochi nanosecondi rispetto agli Stati Uniti in materia di IA”, ha aggiunto in una dichiarazione pubblicata su X da Nvidia.
Il motivo di questo imminente sorpasso, secondo Jensen Huang, non dipenderebbe esclusivamente dai sussidi energetici concessi da Pechino che stanno stimolando le capacità cinesi nel settore dei semiconduttori avanzati, utilizzati per alimentare la tecnologia dell’IA.
I provvedimenti statunitensi
La società californiana ha appena raggiunto il valore record di 5’000 miliardi di dollari (per poi riscendere a circa 4’700 miliardi di dollari) ed è rinomata per i suoi chip di fascia alta, utilizzati per addestrare e alimentare i sistemi di IA generativa. Il Governo ha al momento imposto un divieto sull’esportazione verso la Cina di questi microprocessori, giustificando la scelta con le preoccupazioni a livello di sicurezza nazionale: si darebbe un vantaggio militare ad un diretto concorrente.
La Casa Bianca ha infatti dichiarato all’inizio della settimana di non essere ancora disposta ad autorizzare la vendita in Cina del modello di chip avanzato Blackwell prodotto da Nvidia.
Un vantaggio per la Cina
Secondo l’Huang, questa politica di restrizioni sulle esportazioni avrebbe effetti controproducenti, in quanto aiuterebbe la Cina a far progredire la propria tecnologia. “Dobbiamo anche essere in Cina per conquistare l’adesione dei loro sviluppatori. Una politica che fa perdere agli Stati Uniti metà degli sviluppatori di IA del mondo non è vantaggiosa a lungo termine, è noi che danneggia di più”, aveva affermato a fine ottobre il capo di Nvidia.
In commenti trasmessi in diretta dalla rete televisiva taiwanese Formosa TV News, Huang ha smentito la sua affermazione riportata dal Financial Times: “Quello che ho detto è che la Cina ha una tecnologia di IA molto buona. Ha molti ricercatori di IA”. Il suo commento non deve quindi essere preso come una capitolazione, bensì come un invito a stare al passo coi tempi e a coinvolgere la Cina nei progressi per evitare che si specializzino nel settore con una tecnologia loro, superando il vantaggio americano e diventando un vero e proprio concorrente.








