Il destino del Donbass e la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, oggi in mano russa sono i due punti su cui sono incagliate le trattative di pace per l’Ucraina, secondo il presidente Volodymyr Zelensky, che al rientro a Kiev ha parlato giovedì alla stampa. Gli Stati Uniti, ha spiegato, chiedono che l’Ucraina rinunci anche a quella parte della regione di Donetsk che i russi non hanno ancora occupato, per trasformarla in “zona a economia libera” e demilitarizzata, ma sulla questione secondo il capo dello Stato può decidere “solo un referendum popolare”. In cambio Mosca lascerebbe le parti che controlla negli oblast di Sumy, Kharkiv e Dnipropetrovsk, non invece in quelli di Zaporizhzhia e Kherson.
Dopo essersi collegato in serata con diversi esponenti di spicco dell’amministrazione di Washington e della NATO, Zelensky ha poi detto di aver ricevuto una bozza sulle garanzie di sicurezza, altro aspetto cruciale per Kiev, che esaminerà a aggiornerà con le proprie proposte nei prossimi giorni.
Le controproposte ucraine
Mercoledì l’Ucraina aveva già trasmesso a Washington tre documenti, uno proprio sugli aspetti di sicurezza, uno sulla ripresa economica postbellica e quello centrale, l’accordo quadro in 20 punti che costituisce la controproposta a quello in 28 punti di Donald Trump. Trump che la sua portavoce Karoline Leavitt racconta però come sempre più spazientito, frustrato con entrambi gli antagonisti e sempre più desideroso di arrivare in fretta a un’intesa.
Secondo indiscrezioni, il pacchetto ucraino comprenderebbe una soluzione alla coreana, quindi un armistizio senza riconoscimento formale delle conquiste russe, nessun limite di dimensioni per l’esercito ucraino, un protezione come quella dell’articolo 5 della NATO pur senza adesione all’Alleanza atlantica e l’ingresso dell’Ucraina nell’UE già nel 2027, una proposta quest’ultima che non appare gradita a diversi Paesi europei, mentre le prime sono in aperto contrasto con le esigenze russe.
Accelerazione
Il ping pong diplomatico sta insomma accelerando e Ursula von der Leyen ha parlato della settimana prossima come “decisiva per il futuro dell’Ucraina”. Per Bruxelles un appuntamento centrale sarà quello del 18 dicembre, con la discussione sull’uso degli averi russi da parte dei Ventisette per sostenere Kiev, una mossa di dubbia legalità. Mosca ha già minacciato rappresaglie, ma in ogni caso per l’UE restano da superare le reticenze legali del Belgio, dove la maggior parte dei miliardi russi sono congelati e che si vedrebbe per questo esposto ai rischi maggiori.

Ucraina, l'Europa ribadisce sostegno a Kiev
Telegiornale 11.12.2025, 20:00
Il Consiglio dell’UE ha dato il via libera intanto alla sesta tranche di finanziamenti dello Strumento europeo per l’Ucraina, da 2,3 miliardi di euro. Nel corso di colloqui a Leopoli, l’Ucraina e la Commissione europea hanno inoltre concordato un piano d’azione con dieci priorità di riforma per avanzare nei negoziati tecnici per l’adesione all’Unione di Kiev. Si concentrano sullo Stato di diritto, la lotta alla corruzione e la costruzione di istituzioni democratiche.

La commissaria europea all'allargamento Marta Kos a Leopoli
Nel frattempo la Russia non sta a guardare e ha inviato a sua volta a Washington le proprie considerazioni riguardo a “garanzie di sicurezza collettiva” che vadano oltre il solo conflitto ucraino, come ha spiegato il ministro degli esteri Sergei Lavrov. Il capo della diplomazia ha usato toni moderati con gli Stati Uniti, non con l’Europa, che accusa di “cercare a tutti i modi di sedersi al tavolo delle trattative” ma “con idee che non saranno utili ai negoziati”. “Fantasticano”, ha dichiarato, “riguardo all’invio di peacekeeper in Ucraina”, che diventerebbero “bersagli legittimi”.

La bandiera russa a Siversk
Mosca: dopo Pokrovsk e Kupyansk, “presa anche Siversk”
Parole intransigenti seguite dai fatti sul campo di battaglia: il capo di Stato maggiore dell’esercito russo Valeri Gerasimov ha annunciato giovedì al presidente Vladimir Putin la conquista della città di Siversk, una delle poche roccaforti ucraine rimaste nell’oblast di Donetsk. Nelle scorse settimane Mosca aveva già rivendicato la presa di Kupyansk e Pokrovsk, dove rimangono limitate sacche di resistenza delle truppe di Kiev. A 30 km da Slovyansk e Kramatorsk, Siversk (11’000 abitanti in passato, ora in gran parte distrutta) era nel mirino dei soldati del Cremlino da mesi. Kiev nega di averla persa, ma secondo il sito di cartografia militare ucraino DeepState, la metà circa della città è saldamente russa, l’altra è considerata zona grigia (contesa). Le mappe dell’ISW, l’Institure for the study of war statunitense, solidamente pro-ucraino, attribuiscono all’esercito del Cremlino una superficie maggiore.

Putin soddisfatto dei progressi dei suoi soldati
Vladimir Putin ha dichiarato che le truppe russe stanno avanzando sempre più speditamente lungo tutta la linea del fronte. “L’iniziativa strategica è completamente nelle mani delle forze armate russe”, ha detto, e la conquista delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson “si sta svolgendo in modo progressivo”.










