Natura e Animali

Il sorbo degli uccellatori e l’origine del suo nome

La pianta deve il suo appellativo ai cacciatori che in passato ne sfruttavano le gustose proprietà per catturare gli uccelli - l’esempio di Scudellate

  • 30 luglio, 05:52
  • 30 luglio, 21:42
Sorbo degli uccellatori
  • IMAGO / imagebroker
Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli  

È fra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno che le bacche del sorbo maturano, e grazie al loro colore arancione e rosso brillante aggiungono un tocco di vivacità al paesaggio forestale. Quest’arbusto è diffuso in tutto il Continente europeo, inclusa la Svizzera, dove si stima vi siano 2,7 milioni di esemplari, di cui la metà al di sopra dei 1’300 metri d’altitudine. Tra le latifoglie, è una delle piante capaci di spingersi più in alto, fino a un massimo di 2’300 metri di quota, preferendo gli ambienti radi e in pieno sole. 

25:34

Sorbo

Liber 27.06.2025, 10:40

  • James Hayllar (1829 -1920), "Autunno, sorbo", (dal set di 12 rami dedicato alle 4 stagioni), 1873
  • Daniel Bilenko

La presenza capillare del sorbo in Svizzera si riflette anche nella varietà di nomi attribuiti, specie nel dialetto svizzero-tedesco, con un totale di circa una trentina di appellativi:

Vogelbeeri, Vogeleschli, Eberesche, Äbarescha, Schwiiesche, Stinkösche, Wielesche, Wüelesche, Wildesche, Welesche, Wielerche, Büelesche, Nielesche, Gürmsch, Girmsch, Gürgetsch, Göretsch, Gürratsch, Girigitsch, Girrätsch, Gürütsch, Bärwid, Eschvogelbeerbom, Gaisseleiterli, Güggelhödis, Lischme, Mooseisch, Moosesch, Wiissmehlbomm. 

Anche in italiano a questa pianta sono stati dati svariati nomi: da quello latino (“Sorbus acuparia”), passando per “sorbo montano” o “sorbo selvatico”, fino al più curioso “sorbo degli uccellatori”, con riferimento a coloro che in passato si occupavano della cattura degli uccelli. Per scoprirne le origini, è sufficiente incamminarsi per i sentieri della Svizzera italiana, alla ricerca di un roccolo. 

Il sorbo e la caccia agli uccelli

I frutti del sorbo (anche chiamati sorbole o sorbette) sono molto apprezzati dagli uccelli. Una predilizione che non è passata inosservata ai cacciatori di un tempo, che iniziarono a servirsi di questi alberi per attirare gli uccelli migratori nei luoghi di cattura: i roccoli, appunto.

In passato, si stima che nella Svizzera italiana ve ne fossero ben 60. Oggi sei roccoli si possono osservare in Valle di Muggio. Il meglio conservato, grazie al prezioso lavoro di recupero a cura del Museo etnografico della Valle di Muggio, è raggiungibile in quindici minuti di camminata da Scudellate: è il roccolo di Merì, usato in passato per catturare i volatili tramite delle reti tese tra gli alberi attorno alla torre in muratura.

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Il roccolo di Scudellate

Il Quotidiano 27.07.2025, 19:00

Gli alberi da frutto non erano però l’unica astuzia impiegata dagli uccellatori per richiamare i volatili all’interno del roccolo. Questi si servivano ad esempio di uccelli canterini posti nella struttura all’interno di gabbie, o ancora di zufoli da richiamo, per emettere suoni simili al loro canto. Con il lancio di uno spauracchio, un arnese simile a un rapace, spaventavano le prede per indurle a volare all’interno delle reti. Alcune prede diventavano proteina fresca per l’inverno, altre merce da vendere viva ai mercati, altre ancora esche dalle ali tarpate per la stagione successiva. 

Una pianta ecologica

Da 150 anni l’uccellagione è vietata in Svizzera, e il sorbo degli uccellatori rimane un’antica testimonianza di queste pratiche, adornando al contempo con i suoi colori i nostri boschi. Ma non solo: il sorbo è oggi considerato una pianta base per l’alimentazione di oltre 60 uccelli, tra cui anche il raro gallo cedrone. Inoltre, è una risorsa importante come fonte di polline per le api mellifere, è un habitat favorevole per diversi insetti e serve da alimentazione per la selvaggina ungulata. I suoi resti organici, facilmente decomponibili, favoriscono inoltre la formazione dell’humus, arricchendo il terreno di nutrienti.

Fiori di sorbo

I fiori del sorbo degli uccellatori si presentano tra maggio e luglio, a seconda dell'altitudine e delle condizioni climatiche. Hanno un odore forte, simile a quello dei fiori di castagno

  • IMAGO / Zoonar

Il sorbo si presenta inoltre come un valido aiutante contro gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più visibili: in aree devastate da tempeste, il sorbo degli uccellatori si reinsedia come primo colonizzatore, favorendo la sopravvivenza di altre specie più mature e stabili. Nella zona subalpina ricopre inoltre un ruolo importante nel rimboschimento in zone colpite da frane.

Non da ultimo, i frutti del sorbo degli uccellatori sono frequentemente presenti nelle tradizioni naturopatiche e nella medicina popolare. Le bacche, ricche di vitamina C, si possono consumare previa cottura, e sono ideali per la preparazione di marmellate, gelatine, chutney, composte o succhi.

In definitiva, il sorbo è una pianta di grande pregio per i nostri boschi che, attraverso i proverbi tramandati dai nostri antenati, ci offre anche dei preziosi insegnamenti: “bisogna lasciar maturare il proprio sorbo” è un modo di dire che ci ricorda come in vita tutto ha il suo tempo. Basta avere pazienza.  

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