Se gli svizzeri fossero stati chiamati alle urne il 10 agosto, sia il decreto concernente l’imposta cantonale sulle abitazioni secondarie (che comporta l’abolizione del valore locativo), sia la legge che prevede la creazione dell’identità elettronica (e-ID) sarebbero stati approvati. È l’istantanea fotografata dal primo sondaggio dell’istituto gfs di Berna per conto della SSR, a sette settimane dal voto del 28 settembre, quando la campagna era ai suoi inizi.
I favorevoli ammontano al 60% per l’e-ID e al 58% per l’abolizione del valore locativo, a fronte di - rispettivamente - 36 e 33% di contrari.
Più della metà di quanti sono intenzionati a votare hanno già una posizione consolidata, ma sono temi che per ora non “scaldano”: solo il 41% è sicuro di andare alle urne, sotto la media.
Abolizione del valore locativo
Come era logico attendersi, i proprietari sono più favorevoli all’abolizione del valore locativo (68%) rispetto agli inquilini (40%). I primi però sono meno numerosi fra la popolazione e se i contrari sapranno mobilitare i secondi questo potrebbe pesare alle urne.
Altri parametri si rivelano importanti, come la regione linguistica e il contesto di residenza, urbano o rurale. I “sì” raggiungono comunque sempre la maggioranza, almeno relativa.
La maggiore approvazione nel centrodestra non sorprende. Chi si riconosce nel centrosinistra ha un’opinione meno consolidata. Da notare che nella base socialista prevale il “sì”, mentre il partito raccomanda la bocciatura.
Ma quali argomenti fanno presa? Per il “sì” il fatto che oggi si paghino imposte su un reddito fittizio. I contrari temono invece vantaggi per i ricchi a scapito della classe media, o che le regioni turistiche non riescano a compensare le perdite fiscali.
Identità elettronica
Gli schieramenti riguardo all’e-ID sono fortemente politicizzati e la lettura non può prescindere dalla questione della fiducia nell’autorità: il progetto - a differenza di quello bocciato in passato - è interamente pubblico e ad opporsi sono i più scettici verso il Governo. In questo caso, le basi sembrano seguire le indicazioni dei rispettivi partiti.
Emergono dal sondaggio differenze relative al reddito che riflettono quelle del livello di formazione: lo scetticismo prevale fra chi guadagna meno e non ha fatto studi. Le differenze fra sessi e classi di età sono invece graduali.
L’approvazione, infine, è più forte nella Svizzera tedesca che in quella francofona e italofona, dove gli indecisi sono più numerosi.
Gli argomenti prevalenti a favore sono la natura gratuita e facoltativa dell’e-ID. I contrari temono che chi è meno avvezzo alla tecnologia sia svantaggiato. Ci sono inoltre timori di abusi.
Metodologia
L’inchiesta Trend SRG-SSR è stata effettuata dall’istituto gfs di Berna fra il 4 e il 18 agosto. Hanno partecipato 13’761 titolari del diritto di voto, in parte telefonicamente e in parte attraverso i portali informativi della SSR (fra cui rsi.ch) sotto la forma di sondaggi a partecipazione volontaria (opt-in). Il margine di errore è del +/- 2,8%.

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Notiziario 22.08.2025, 06:00
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