Svizzera

Dazi USA: Svizzera ottimista su accordo con Washington

Il Consiglio federale punta a chiudere le trattative prima del 9 luglio - La SECO rassicura: “Dazi del 31% non scatterebbero subito” - Donald Trump lunedì chiarirà la sua posizione a 12 paesi

  • Oggi, 12:56
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RG 12.30 del 05.07.25: il servizio di Gianluca Olgiati

RSI Info 05.07.2025, 12:30

  • Keystone
Di: Radiogiornale/Diem 

La minaccia di dazi del 31% sulle merci svizzere importate negli Stati Uniti potrebbe presto essere scongiurata. Mentre il consigliere federale Guy Parmelin rientrava venerdì dal Sudamerica con un nuovo accordo di libero scambio con i paesi del Mercosur, l’attenzione si è subito spostata sulle trattative in corso con Washington.

Contesto e scadenze

“Non abbiamo ancora ricevuto nessuna lettera da Washington”, ha dichiarato il ministro dell’Economia all’aeroporto di Zurigo, riferendosi alla mancata notifica ufficiale sui dazi minacciati dall’amministrazione Trump lo scorso aprile. La cifra del 31% aveva scioccato i mercati quando era stata annunciata, gettando un’ombra sulle relazioni commerciali tra Svizzera e Stati Uniti. La proroga concessa per trovare un accordo scadrà il 9 luglio, una data che si avvicina rapidamente.

In arrivo lettere per 12 paesi

00:42

Trump firma 12 lettere per i dazi

Telegiornale 05.07.2025, 12:30

Nella notte tra venerdì e sabato, Donald Trump, stando a quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, ha firmato 12 lettere relative ai dazi verso diversi paesi, che saranno inviate lunedì. Il capo della Casa Bianca ha spiegato che le missive contengono diversi importi sulle tariffe, ma non ha specificato a quali paesi saranno destinate. Stando a quanto si è appreso si tratta di offerte “prendere
o lasciare”. I dazi potrebbero arrivare fino al 70%, con la maggior parte in vigore dal 1° agosto.

Posizione della Svizzera nelle trattative

Finora, solo Regno Unito e Vietnam sono riusciti a raggiungere un’intesa con gli USA. La Svizzera, tuttavia, sembra essere in una posizione privilegiata nelle trattative. Helene Budliger Artieda, Segretaria di Stato dell’Economia (SECO), ha confermato questa impressione in un’intervista: “Facciamo ancora parte del gruppo di paesi ai quali gli Stati Uniti riconoscono la buona fede nelle trattative”, ha affermato Budliger Artieda. “L’Ufficio del rappresentante per il commercio americano è a corto di risorse e quindi non riuscirà probabilmente a mantenere l’obiettivo del 9 luglio. Ma non c’è giorno in cui non abbiamo un contatto diretto con Washington”.

Obiettivi e rassicurazioni

La segretaria di Stato ha inoltre rivelato che l’obiettivo del Consiglio federale è di chiudere le trattative prima della scadenza del 9 luglio. Tuttavia, ha rassicurato che anche in caso di mancato accordo entro quella data, non scatterebbero immediatamente i dazi del 31%.

“Se ciò non fosse possibile, ci è stato assicurato che non scatterebbero subito i dazi del 31%”, ha spiegato la Segretaria di Stato, suggerendo che ci potrebbero essere un ulteriori negoziati o periodo transitorio.

Prospettive future

Mentre i dettagli dell’accordo rimangono riservati, sembra che un annuncio potrebbe essere imminente. “Per un annuncio potrebbe essere questione di ore o pochi giorni”, ha concluso la segretaria di Stato, mantenendo però il riserbo sui contenuti specifici delle trattative.

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