Svizzera

Divieto alla prostituzione, "no"

Nazionale: la mozione mirava a proteggere le donne del settore, ma a Berna si sostiene che una tale decisione possa generare l'effetto opposto

  • 08.06.2022, 21:53
  • 20.11.2024, 15:45
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Prostituzione: punire anche i clienti

SEIDISERA 08.06.2022, 20:15

  • Pexels
Di: FaDa/SEIDISERA 

Il Consiglio nazionale ha respinto mercoledì, con soli 11 favorevoli e 4 astensioni, il divieto di acquistare prestazioni sessuali per tutelare le prostitute.

La proposta, nella fattispecie una mozione della consigliera nazionale Marianne Feller del Partito evangelico svizzero, partiva dal presupposto che la maggioranza delle donne attive nell'industria del sesso cesserebbe immediatamente l'attività, se ne avesse la possibilità. I clienti, spiega Feller, determinano la domanda e un divieto in tal senso andrebbe a ridurre in modo importante la richiesta.

Il Nazionale però, allineandosi al Consiglio federale, ha bocciato l'idea ritenendo la misura non solo non in grado di difendere maggiormente le prostitute, ma anzi un modo di peggiorare la loro condizione inducendole a operare nell'illegalità.

La mozione chiedeva inoltre al Governo di presentare provvedimenti per aiutare le donne a uscire dall'ambiente. A questo proposito, l'esecutivo ricorda le misure già adottate per tutelare le prostitute, tra cui il Piano d'azione nazionale contro la tratta di esseri umani.

E il modello norvegese?

Il modello nordico decriminalizza le prostituite, offre loro servizi per favorirne l’uscita dal mondo a luci rosse e riconosce come reato l’acquisto della prestazione sessuale, puntando quindi sulla colpevolezza del cliente allo scopo di ridurre la domanda.

Aline Wüst, giornalista che per due anni ha frequentato questo mondo in Svizzera confrontandosi con prostitute, clienti, psichiatri, avvocati e autorità ha commentato questo modello ai microfoni della RSI.

"I clienti sarebbero illegali, e le donne no... ma la questione è: come è vista oggi in Svizzera la prostituzione?" chiede Wüst, la quale evidenzia la realtà alla quale si confrontano ogni giorno queste donne, sebbene operino nella legalità. "Credo che una parte molto grande delle prostitute lavori, per così dire, nell'illegalità, ma bisogna d'altro canto considerare che gran parte delle donne si trova in strutture simili a quelle della tratta degli esseri umani, con protettori. È facile fare finta che tutto sia legale e funzioni benissimo, ma non è così. Molte vengono sfruttate".

La giornalista ritiene che il modello liberale attuale non funzioni e auspica a un cambiamento incentrato "sull'ascolto della maggioranza silenziosa delle donne che non si esprime per paura, vergogna e disperazione".

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