Le infrazioni non si verificano solo su strada: anche i laghi, in estate, diventano teatro di comportamenti pericolosi e fuori norma. Sul Ceresio e sul Verbano, le violazioni più frequenti riguardano la velocità eccessiva e la navigazione troppo vicina alla riva, in zone spesso affollate da bagnanti e appassionati di sport acquatici.
Tra metà luglio e metà agosto, la densità di natanti raggiunge il picco: imbarcazioni private e a noleggio, condotte da residenti e turisti, si intrecciano con chi pratica SUP, nuota o semplicemente si rilassa a bordo lago. La convivenza non è sempre facile e la sicurezza diventa una priorità.
In zona Lavena Ponte Tresa, sul versante italiano del Ceresio, si guarda con interesse a un’idea già sperimentata a Venezia: i cosiddetti “barca-velox”, rilevatori di velocità per imbarcazioni. “Non ci interessa far cassa, ma ci interessa far capire all’utente, soprattutto agli utenti che guidano imbarcazioni per le quali non è necessario avere una patente nautica […] di stare attenti”, spiega al Quotidiano Massimo Mastromarino, presidente dell’Autorità di Bacino del Ceresio. “È importante che ci sia una coesione tra le imbarcazioni a motore e tutto il resto”.
Anche sul fronte ticinese i controlli non mancano, seppur con strumenti più tradizionali. “Ci posizioniamo in quei luoghi dove c’è la terraferma e coi laser vengono prese le imbarcazioni in entrata e in uscita dalla zona rivierasca”, racconta Marcel Luraschi, responsabile della polizia lacuale ticinese. “Quindi non è un barca-velox, ma è un tradizionale controllo radar sulla terraferma”.
L’obiettivo, da entrambe le sponde del lago, è chiaro: prevenzione, collaborazione e regole condivise per garantire la sicurezza di tutti. “Il nostro lago in questo momento è un lago senza confini”, sottolinea ancora Mastromarino, “e questo è possibile perché da una parte e dall’altra del confine abbiamo capito che è importante lavorare insieme”.