Ticino e Grigioni

Progetto pilota per favorire le cure ambulatoriali in ambito chirurgico

Se il paziente subisce l’intervento la mattina e torna a casa la sera, costa meno al sistema - L’esperimento in Ticino partirà con l’anno nuovo

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L'ospedale regionale di Lugano, una delle strutture EOC
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All'EOC un progetto pilota per favorire le cure ambulatoriali in ambito chirurgico

SEIDISERA 11.12.2025, 18:00

  • Tipress
Di: SEIDISERA - Alain Melchionda/M. Ang. 

Un progetto pilota in ambito sanitario in Ticino ha l’obbiettivo di favorire le cure ambulatoriali in ambito chirurgico, che sono meno dispendiose. Alla base del progetto ci sono tre attori: l’Ente ospedaliero cantonale (EOC), la comunità di acquisti HSK (che in pratica rappresenta gli assicuratori Helsana, Sanitas e KPT) e il Canton Ticino. Si tratta di un esperimento che è già in corso da 6 mesi a Bienne: in Ticino partirà con l’anno nuovo. 

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Costi della salute: più interventi ambulatoriali

Il Quotidiano 11.12.2025, 19:00

Sembra un paradosso ma non lo è. Le operazioni in regime stazionario, quindi con una degenza in ospedale, agli assicuratori malattia costano meno di quelle in regime ambulatoriale e agli ospedali permettono di ottimizzare meglio i costi. Detto in altre parole, nessuno ha veramente interesse a cambiare questa situazione ma il risultato è che i costi aumentano e noi paghiamo. Lo vediamo anno dopo anno nei premi di cassa malati.

Parte da qui l’idea e l’esigenza di muoversi e guadagnare in efficienza e sostenibilità. SEIDISERA della RSI ha chiesto al capo dell’area medica dell’EOC, Paolo Ferrari, un paio di esempi concreti. “Un’ernia inguinale, un’ernia ombelicale, grazie alla chirurgia mininvasiva può essere eseguita in modo sicuro e in modo per il paziente confortevole, in regime ambulatoriale. Ci sono anche degli interventi di ortopedia”.

Va detto che nel complesso, per ora, stiamo parlando di 1’000 interventi all’anno a fronte dei 40’000 totali. Premessa fondamentale, come sottolinea Paolo Ferrari, la qualità. “L’obiettivo è di promuovere le cure ambulatoriali di alta qualità, che non solo migliorano il comfort dei pazienti ma permettono anche al paziente di recuperare a casa. Di conseguenza ottimizzano anche l’uso delle risorse sanitarie”.

Tutto ruota attorno a EFAS, il finanziamento unitario fra stazionario e ambulatoriale (che la popolazione ha votato e approvato poco più di un anno fa). Dal 2028, dunque, tutto cambierà, come spiega anche la rappresentante di HSK, Monica Minotti. “Con il 2028 dovremo dare una svolta tutti insieme; quindi tutti i partner attivi nel sistema sanitario dovranno cambiare un poco mentalità e approccio verso le cure, passando dalle cure stazionarie a quelle ambulatoriali. Abbiamo anche un obbiettivo finanziario, che è quello di trasferire già da ora dei trattamenti stazionari, che sono più costosi, in quelli ambulatoriali. Noi come assicuratori, pur pagando il 100%, alla fine riusciamo ad avere un beneficio, proprio perché nel sistema sanitario i costi saranno complessivamente più bassi”.

Perché già adesso? Paolo Ferrari lo spiega così: “Ci stiamo attivando adesso, con due anni di anticipo, perché la chirurgia ambulatoriale comporta anche cambiamenti organizzativi per gli ospedali e quindi vogliamo approfittare di questo progetto pilota per poterci preparare a questi cambiamenti organizzativi, che saranno necessari con l’introduzione dell’EFAS”.

Partner del progetto, appunto, è anche il Canton Ticino. SEIDISERA della RSI ha sentito il capo della Divisione della salute, Paolo Bianchi. “L’interesse del Cantone è di anticipare l’entrata in vigore della riforma EFAS. È intuitivo che un’operazione in regime ambulatoriale (quindi col paziente che entra la mattina, subisce l’intervento e va a casa la sera) costa meno al sistema, ed è anche più favorevole al paziente, che tendenzialmente preferisce poter rientrare a casa sua. Quindi l’interesse è quello di ridurre il costo generale dell’intervento sanitario in previsione, appunto, dell’entrata in funzione di un sistema di finanziamento che implicherà anche una partecipazione del Cantone alle spese ambulatoriali”.

Ma allora come si spiega che la Svizzera (e quindi anche il Ticino) sia molto indietro in questo? L’Europa viaggia tra il 50 e il 60% di operazioni ambulatoriali, da noi si è fermi circa al 20%. “Si spiega per quelli che vengono definiti “falsi incentivi” - spiega Bianchi -. Il primo e principale è quello che la riforma EFAS vorrebbe abbattere: il fatto che adesso determinati attori del sistema (assicuratori malattia e anche ospedali) hanno più interesse quasi a esercitare un intervento in ambito stazionario che non in regime ambulatoriale”.

In questo regime di progetto pilota verrà compensata questa differenza. Paolo Bianchi, dal canto suo, sottolinea: “Noi eravamo contrari a EFAS perché riteniamo che non risolva i problemi in maniera importante. Ciò detto EFAS entrerà in vigore. Quindi abbiamo l’interesse e la responsabilità di cercare di ridurre i costi dell’intero settore sanitario sia dal lato assicuratori malattia e quindi pagatori dei premi e quindi cittadini, sia dal lato casse pubbliche, che parteciperanno con una quota del 26,9% all’insieme delle spese”.

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