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Turchia, una rigida normalità

Ankara archivia lo stato d'emergenza post-golpe ma intende applicare misure severe di limitazione delle libertà

  • 19 July 2018, 06:55
  • 8 June 2023, 20:18

Notiziario 6.00 del 19.08.2018 La corrispondenza di Filippo Cicciù

rsi 19.07.2018, 08:51

  • Reuters

La Turchia, dopo due anni e più di 160’000 arresti, ha detto addio giovedì allo stato d'emergenza post tentato golpe, preparandosi tuttavia a introdurre inedite quanto severe norme per "continuare la lotta al terrorismo". Le misure straordinarie approvate all'indomani del fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016 sono infatti scadute a mezzanotte, come promesso dal presidente Recep Tayyip Erdogan in campagna elettorale.

Ma il Governo di Ankara, già forte dei nuovi poteri del presidenzialismo, promette di non cambiare la ricetta per “eliminare fino all'ultimo terrorista”. Così, già nelle prossime ore in Parlamento (dove l'AKP di Erdogan ha la maggioranza assoluta) è atteso il “sì” a un pacchetto che renderà ancor più dura una norma antiterrorismo giudicata dall'UE non in linea con gli standard sullo Stato di diritto.

La proposta rafforza i poteri di prefetture e polizia, limitando le libertà di manifestazione, riunione e movimento per i prossimi tre anni. L'opposizione ha dichiarato che è un modo per "rendere lo stato d'emergenza permanente" mentre se ne afferma l'abolizione.

ATS/Reuters/EnCa

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