Le frontiere libanesi non si sono mai chiuse per i rifugiati siriani. In questi anni di guerra – a marzo fanno tre- le autorità di Beirut hanno adottato la politica dell’accoglienza. Sono oltre un milione i profughi che hanno attraversato il confine per fuggire dalle violenze. Gente che ha perso tutto e che si ritrova senza niente in un paese che non ha elaborato alcun piano per far fronte un’emergenza divenuta cronica.
Il Governo libanese – che nei confronti del regime di Bashar el Assad si mantiene su posizioni ambigue - ha così mostrato tutte le sue fragilità scaricando il problema della sopravvivenza dei rifugiati sulle organizzazioni umanitarie locali e internazionali, anch’esse sotto pressione e alla ricerca di fondi.
Le ONG, come ho potuto constatare durante questo viaggio che mi ha permesso di osservare il lavoro di organizzazioni finanziate dalla Catena della solidarietà, sono in prima linea nella gestire l’incessante afflusso di profughi siriani che approdano in un Libano economicamente depresso dove la popolazione si chiede fino a quando il paese potrà tenere.
Chiara Savi
La catena della Solidarietà prosegue la raccolta fondi per la Siria. Versamenti sono possibili sul sito internet o sul conto CP 10-15000-6 menzione "Siria".
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RG 12.30 del 16 dicembre, “I profughi siriani nella capitale Beirut”.
RSI Info 16.12.2013, 12:56
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RG 12.30 del 17 dicembre, ?Rifugiati siriani nella valle della Bekaa: le difficolt? delle autorit? locali?
RSI Info 17.12.2013, 13:25
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RG 12.30 del 18 dicembre, "I rifugiati pi? poveri sono spesso quelli palestinesi. Per la maggior parte vivono nel campo di Shatila"
RSI Info 18.12.2013, 13:12