Nuovo capitolo nella vicenda "Montecristo", il procedimento penale contro la “Mafia delle sigarette” attiva fra Montenegro, Italia e Svizzera alla fine degli anni '90.
Il Ministero pubblico della Confederazione, infatti, ha inoltrato ricorso a Losanna contro i 7 proscioglimenti e le 2 condanne pronunciati un anno fa dal Tribunale penale federale di Bellinzona. Un passo annunciato, forte però di una recente sentenza della giustizia italiana, che potrebbe rimescolare le carte.
Il potenziale asso nella manica del Ministero pubblico della Confederazione giunge dalla Corte d’appello di Bari, che il 26 febbraio scorso ha ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti di tre esponenti della Sacra Corona unita e della Camorra: Francesco Prudentino, Benedetto Stano e Costantino Sarno. La sentenza li condanna per associazione mafiosa a pene detentive fino a 7 anni (inizialmente erano stati tutti prosciolti).
Montecristo in breve
Il caso Montecristo riguarda il contrabbando, fra il 1996 e il 2000, di 215 milioni di stecche di sigarette e il riciclaggio in Svizzera di oltre un miliardo di franchi. Nove gli imputati, compresi i cambisti ticinesi Fredy Bossert e Franco della Torre, accusati di riciclaggio e sostegno ad un'organizzazione criminale.
Due processi al Tribunale penale federale di Bellinzona si sono conclusi con il proscioglimento di tutti dal reato di riciclaggio e con due condanne per sostegno a Camorra e Sacra Corona Unita. Solo due imputati, a detta della Corte, sapevano o potevano sapere che il contrabbando gonfiava le tasche della criminalità organizzata. Una situazione mutata con la sentenza di secondo grado della giustizia italiana, che ha rivisto radicalmente la posizione degli imputati.