Sembravano destinate a scomparire ma le recenti guerre dimostrano come si faccia ancora largo uso delle mine anti-uomo. Un’arma che miete vittime soprattutto fra i civili e che impedisce, ad esempio, la produzione agricola anche dopo la fine di un conflitto armato. La Banca mondiale stima in 400 milioni di dollari le spese di sminamento umanitario unicamente per l’anno in corso e nella sola Ucraina. Se si considerano anche le bombe inesplose e gli obici già presenti, su circa il 30% del territorio nazionale, l’insieme dei lavori umanitari i costi raggiungono le decine di miliardi suddivisi in numerosi anni di lavoro.
Oltre all’Ucraina, in totale sono 60 gli stati contaminati dai diversi ordigni bellici inesplosi che ogni giorno causano 16 vittime. Al trattato di Ottawa che vieta la produzione, la vendita e l’uso delle mine anti-uomo hanno finora aderito 164 stati ma fra questi mancano paesi importanti come Stati Uniti, Russia, Cina, India, o Iran. Questo flagello, contro il quale si era battuta la principessa Diana oltre 25 anni orsono, non è stato ancora debellato e per Stefano Toscano, direttore del Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento umanitario, il lavoro deve continuare. Alla testa del Centro da 10 anni, l’ambasciatore ticinese parla del suo lavoro, delle sue motivazioni, delle fatiche e delle opportunità che la diplomazia presenta in favore di un mondo multilaterale.
Paolo Dell’Oca lo ha incontrato sulle rive del Lemano.
Modem incontro 02.06.2023: il video
Modem 02.06.2023, 14:42
Modem incontro 02.06.2023: versione integrale
Modem 02.06.2023, 11:00
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