Agricoltori e allevatori chiedevano da anni uno snellimento delle procedure necessarie per accedere ai sussidi federali, e ieri gli Uffici federali dell’agricoltura, dell’ambiente, della sicurezza alimentare e di veterinaria, Cantoni, Unione Svizzera dei Contadini, grande distribuzione e organizzazioni riconosciute secondo standard di qualità, hanno raggiunto un accordo per una diminuzione progressiva dei controlli. “Ci siamo fissati l’obbiettivo di un controllo all’anno per azienda”, ha dichiarato il responsabile dell’agricoltura Guy Parmelin, “se saranno riscontrate delle irregolarità chiaramente ce ne saranno altri”. Questo non significherà minore qualità, ha garantito il consigliere federale, le verifiche saranno meno numerose ma meglio calibrate. Oggi, ha sottolineato, “ci sono 3’288 diversi controlli, troppi”.
La credibilità non sarà quindi messa in discussione, sottolinea anche una nota del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca.
“È importante che abbiamo imboccato insieme la strada giusta”, sostiene il presidente dell’Unione Svizzera dei Contadini Markus Ritter, “in media un’azienda agricola dispone di 1,4 persone come forza lavoro, e il carico amministrativo è veramente esagerato”. Il mondo agricolo non è ancora del tutto soddisfatto: in una nota, l’USC indica che la priorità dovrebbe essere data alla riduzione del numero di punti di controllo, all’adeguamento del sistema sanzionatorio e alla concessione di tempo per gli adeguamenti chiesti alle aziende. Il minor numero di controlli non basta, occorre anche semplificare i requisiti generali.
Al via a inizio 2026, il piano proseguirà e verrà progressivamente valutato e se caso corretto prima di quello di Politica agricola 2030, che prevede già ulteriori semplificazione degli strumenti della politica agricola.