Le richieste dell'UDC di abolire l'obbligatorietà dell'assicurazione malattia non trovano riscontro nella popolazione svizzera: i tre quarti degli aventi diritto di voto sono contrari, stando ad un sondaggio pubblicato oggi.
L'indagine demoscopica, realizzata per il sedicesimo anno consecutivo, rivela anche che la quota di intervistati favorevole a una cassa unica è rimasta stabile al 40%. Il Monitoraggio della sanità gfs 2012, presentato in una conferenza stampa a Berna, è stato realizzato dall'Istituto di ricerche gfs.berna di Claude Longchamp su mandato di interpharma, associazione delle imprese farmaceutiche svizzere che praticano la ricerca.
Sono state interrogate 1200 persone delle tre regioni linguistiche tra il primo aprile e il 14 maggio. La sera del 17 giugno, quando il 76% degli elettori ha bocciato la riforma della LAMal volta a favorire un sistema di cure integrate (Managed Care), il presidente dell'UDC e consigliere nazionale Toni Brunner ha prospettato l'abolizione dell'obbligo di assicurarsi presso una cassa malattia: porterebbe più libertà e rafforzerebbe la responsabilizzazione personale.
Cassa pubblica avversata dalla maggioranza
Ma l'idea, stando al sondaggio gfs, proprio non piace: i tre quarti degli interrogati vogliono conservare il carattere obbligatorio. È la prima volta che la questione è integrata nel Monitoraggio. Come nel 2011, il 40% degli intervistati è favorevole alla cassa pubblica. È invece aumentato il numero degli indecisi, che passano dal 9% al 15%. Favorevoli allo status quo sono il 45% degli interrogati.