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La pizza? Va tolta dal cartone

Carte da forno e imballaggi alimentari sono parte della nostra vita quotidiana, ma quanto sono sicuri? Un’esperta ci spiega a cosa fare attenzione

  • Ieri, 11:30
Pizza cartone
  • Unsplash
Di: Alphaville/Patrizia Rennis 

Carte da forno e carte alimentari sono entrate nelle nostre cucine relativamente di recente, ma si sono rapidamente imposte come strumenti quotidiani. Servono non solo per cucinare, ma anche per conservare gli alimenti, stendere impasti o proteggere i piani di lavoro
.La loro popolarità, tuttavia, le ha spesso rese oggetto di allarmismi, non sempre fondati. Nella puntata della serie “La chimica nel piatto” di Alphaville su Rete Due, la giornalista scientifica Agnese Codignola spiega a cosa fare attenzione e sfata alcuni miti.

La carta da forno: non va scaldata oltre i 220°c

Oggi la carta da forno è quasi onnipresente. Permette di cucinare senza aggiungere grassi e riduce le operazioni di pulizia. Ma da cosa è composta? La carta da forno è fatta con polpa di cellulosa pura e silicone. Due materiali noti, stabili e sicuri, purché usati correttamente.
«Non dovrebbe essere utilizzata oltre i 220°c», spiega Codignola. «Va detto, però, che non prende fuoco neppure a temperature più elevate.» La qualità può variare: alcune produzioni impiegano trattamenti meno pregiati, come l’uso di acidi, ma il rischio per la salute rimane minimo. «Dal punto di vista della migrazione chimica – aggiunge l’esperta – non ci sono sostanziali pericoli

Occhio alle carte per alimenti plastificate

Diverso il discorso per le carte alimentari utilizzate per incartare carne, pesce o formaggi nei supermercati. Si tratta di supporti in cellulosa a cui viene aderita o inglobata una pellicola di plastica, che può rilasciare sostanze come ftalati, bisfenolo o Pfas. Alcuni di questi composti sono già stati vietati, ma Paesi come la Danimarca stanno valutando ulteriori restrizioni, ritenendo difficile rendere questo tipo di materiali completamente sicuro.
«Gli alimenti stessi – precisa Codignola – possono favorire la dispersione dei plastificanti e la formazione di micro o nanoplastiche.» In alternativa, le soluzioni più promettenti restano la carta semplice o le bioplastiche, su cui la ricerca sta avanzando. Queste ultime, oltre a essere sempre più performanti, hanno il vantaggio di essere biodegradabili e quindi meno impattanti sull’ambiente.

Cartone della pizza? Solo per il trasporto

Un’attenzione particolare meritano anche il cartone della pizza e, più in generale, gli imballaggi da fast food o take away. «Sono quasi sempre realizzati con materiali riciclati – osserva Codignola – e questo può comportare rischi. Nonostante i miglioramenti, si tratta spesso di carte ibride, trattate con sostanze plastificanti per garantire impermeabilità e resistenza al calore.»
Un criterio utile per orientarsi è il colore: «Più il cartone è chiaro – spiega l’esperta – più è probabile che contenga cellulosa anche vergine. Al contrario, un colore marrone scuro o grigiastro dovrebbe insospettire, meglio quindi rimuovere subito l’alimento dalla confezione.»

Non serve però rinunciare a pizza e cibi da asporto: basta adottare semplici precauzioni. È consigliabile trasferire sempre il cibo su un piatto e non riscaldarlo, tagliarlo o consumarlo all’interno della confezione, per limitare il rilascio di sostanze indesiderate.
Infine, sia in Svizzera sia nell’Unione Europea, esistono etichette di certificazione che attestano l’idoneità al contatto con gli alimenti: un’indicazione utile da verificare.

09:10

Carte forno (7./10)

Alphaville: le serie 29.07.2025, 12:30

  • Ti-Press
  • Agnese Codignola e Enrico Bianda

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