RITRATTI E STORIE

Manimatte: la viticoltura eroica che risveglia il Ticino

Anna e Luca, due giovani trentenni, ridanno vita a vigneti abbandonati con un approccio innovativo e sostenibile. La loro missione: valorizzare il territorio attraverso vini unici e biodiversità

  • 3 ottobre, 11:30
04:28

La storia di Anna e Luca e la viticoltura eroica di Manimatte 

RSI Food 14.12.2023, 11:11

  • Alessia Rauseo
  • Alice Tognacci e Alessia Rauseo
Di: Alice Tognacci 

La storia di Anna Maspoli e Luca Locatelli è una vera e propria dichiarazione d’amore per il proprio territorio. È un racconto fatto di ritorni a casa, di investimenti di tempo ed energie in un progetto che ha a cuore non solo la terra in cui i due giovani trentenni sono nati, ma anche il futuro di chi questa terra la vive. L’azienda vitivinicola Manimatte, come amano definire loro stessi, «è un progetto che vuole esprimere il nostro territorio, entrare in contatto con la terra, lavorarci insieme in modo creativo e un po’ pazzo, ma soprattutto in modo plurale: relazionarsi, quindi, con le altre realtà che sposano la nostra filosofia e fare qualcosa di positivo insieme è una priorità per noi». Ed è proprio il vigneto di Artore, nei pressi della chiesa, a incarnare concretamente questa filosofia: un luogo che, dopo essere stato vandalizzato in passato, è stato recuperato dai due giovani con la messa a dimora di nuove viti.

La sfida di Manimatte

Manimatte è un’azienda vitivinicola sostenibile che si distingue per la sua viticoltura sperimentale, incentrata sull’uso di vitigni resistenti e sul recupero di vecchie varietà autoctone, altrimenti destinate all’oblio. I vini che ne derivano sono “vivi”: nascono da fermentazioni spontanee, macerazioni e un pizzico di creatività, diventando così piena espressione di un territorio che, per troppo tempo, è stato associato a un numero limitato di vitigni. Manimatte dimostra come il Ticino possa in realtà offrire una ricchezza e una varietà ben superiori a quanto finora esplorato e valorizzato.

Siamo sempre aperti a nuove sperimentazioni e pronti ad accogliere le novità. Non essere vincolati a un unico prodotto ci permette, infatti, di reagire con agilità a un mondo in continuo cambiamento

I due giovani ticinesi portano avanti quella che definiscono “viticoltura eroica”: una pratica caratterizzata dall’assenza di automatismi e da un lavoro interamente manuale, svolto in vigneti terrazzati e collinari, spesso recuperati dopo anni di abbandono a causa della loro “difficoltà di mantenimento”. Sono vigneti che Luca definisce «un patrimonio paesaggistico e culturale da difendere», in quanto espressione autentica del territorio. Anna, dal canto suo, aggiunge che il loro obiettivo è «preservare questi vitigni con un approccio innovativo e a lungo termine, ponendo l’accento su sostenibilità e biodiversità». E sottolinea come «il vantaggio di queste varietà resistenti sia che richiedono meno trattamenti – o nessuno – liberando tempo che dedichiamo anche ad attività come la divulgazione, eventi, aperitivi con degustazioni e progetti».

Sostenibilità per noi significa prendersi cura della terra, di tutti gli elementi che compongono gli ecosistemi di cui facciamo parte, delle relazioni fra le persone. Manimatte vuole esprimere il nostro territorio, entrando in contatto con la terra, lavorandoci insieme in modo creativo, plurale.

Il percorso di Anna e Luca

Anna, antropologa di formazione, ha sempre avuto un profondo contatto con la natura fin da piccola, grazie al padre botanico, e come lei stessa afferma: «Dentro di me c’è sempre stata questa voglia di lavorare con la terra». Luca, invece, è cresciuto nel mondo del vino – la sua famiglia rappresenta una storica realtà vitivinicola ticinese – ma la sua formazione accademica è in biologia. Dopo l’università, ha deciso di tornare in Ticino per immergersi nel mondo della viticoltura e della vinificazione. Si è formato a Mezzana e ha poi intrapreso i suoi esperimenti, un percorso in cui è stato affiancato dalla curiosità e dall’entusiasmo di Anna.

«La prima esperienza concreta che abbiamo fatto insieme è quella dell’orto – racconta Anna – come tanti, durante il periodo del Covid nel 2020, abbiamo sentito il bisogno di riconnetterci alla terra e fare qualcosa di concreto». Poi, l’amore a prima vista per un grande vigneto collinare a Gudo che stava per essere ceduto. Anna ha subito intravisto in quel luogo un enorme potenziale: la bellezza del posto, il rustico annesso per un ambiente perfetto per Manimatte, ideale per riportare le persone al mondo del vino in modo conviviale, consapevole e semplice, in un clima di piena condivisione, con un profondo rispetto per il territorio e la bellezza dello stare insieme.

È proprio attraverso la rete che intendono creare che Manimatte diffonde la propria filosofia, entrando in contatto con piccoli ristoratori, agricoltori e viticoltori che desiderano lanciarsi in questo tipo di approccio innovativo. L’obiettivo è motivarsi, alimentarsi e rafforzarsi reciprocamente, con un unico scopo: valorizzare il territorio in cui vivono attraverso nuove proposte.

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La parola del giorno: sfida

Tra le righe 10.06.2025, 14:30

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  • Natascia Bandecchi e Sarah Tognola

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