Yasser Arafat non è stato avvelenato, ma è morto per cause naturali. Questa, in sintesi, è la conclusione a cui giungono gli esperti francesi, interpellati dalla giustizia parigina per far luce sulle cause del decesso nel 2004 del leader palestinese, in un ospedale di Parigi.
Il rapporto, di cui martedì sono state rese note alcune anticipazioni, diverge dalla perizia eseguita dal team di esperti svizzeri, resa pubblica il 7 novembre scorso, stando alla quale su alcuni campioni delle spoglie di Arafat erano state rilevate "quantità anomale di polonio 210 e piombo”. Non solo, secondo le analisi effettuate dal Centro universitario romando di medicina legale di Losanna, l'intossicazione sarebbe avvenuta una trentina di giorni prima del decesso.
Una posizione, questa, che diverge da quella francese, che per contro si orienta verso una morte "per cause naturali". Mistero non chiarito, quindi, più vivo che mai.
ATS/AFP/bin
Scetticismo fra i vertici palestinesi di fronte al rapporto francese che esclude l'ipotesi dell'avvelenamento. A farsene interprete è in particolare Nasser al-Qidwa, nipote di Arafat, dirigente di al-Fatah e presidente della fondazione che porta il nome del leader defunto. «Finora - ha commentato - non ho visto questo rapporto, ma tutte le nuove informazioni provenienti dalla Francia devono essere coerenti col rapporto emesso nel 2004 dall'ospedale (francese)» in cui il rais morì. Da parte sua la vedova di Yasser Arafat si è detta «sconvolta» per le contraddizioni tra esperti svizzeri e francesi sulle cause della morte del marito. «Se sapeste quanto sono sconvolta per queste contraddizioni (...) Che bisogna pensare?», si è chiesta turbata, affermando peraltro di non voler accusare «nessuno».
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